Orlando-Nuvoletta-Polverino e varie. Lo scenario affaristico- criminale, a Marano, non è mutato negli ultimi tempi, ma qualche cambiamento, vistoso, c’è stato. Non solo assestamenti interni alle cosche che da circa 9 anni sono federate in un’unica fazione. Gli Orlando hanno sempre il pallino del gioco su certi fronti, ma da qualche tempo i vecchi rampolli di altre storiche famiglie si sono fatti notare e si sono messi o rimessi in piazza. Qualcuno – che sostituisce qualcun altro – ha fatto sentire il suo peso e la storia del suo cognome. E’ stata suggellata una sorta di nuova pax, perché solo con la pace si possono fare affari. E gli affari, in quel mondo, vengono prima di ogni altra cosa, anche se qualcuno si è risentito per qualche affronto subito nei mesi scorsi. Tempo di “pax” affaristica e mafiosa, insomma. E gli effetti sul territorio si vedono eccome, anche sul fronte della gestione di bar, caffetterie, sale scommesse e distributori di carburanti.
Dinamiche interne, ma anche altro: i costruttori, quelli borderline o contigui al crimine organizzato, stanno tentando di riaccreditarsi o lo hanno già fatto. Emblematico, in tal senso, un incontro che si sarebbe tenuto poco tempo fa nei pressi di un noto bar di Marano.
La situazione è piuttosto chiara, allo stato, seppur in continuo mutamento. Quello che è cambiato, rispetto al passato, è il ritorno di fiamma per il cemento. Non solo quello derivante dal superbonus, che ha consentito a tante ditte, anche gestite da prestanome, di fare introiti in un periodo di magra, ma anche il cemento grosso, quello frutto di concessioni o eventuali lottizzazioni. I disegni sono chiari in alcuni punti di Marano, un tempo già attenzionati dagli inquirenti. I personaggi di cui parliamo hanno anche, naturalmente, dei riferimenti tecnici (di prim’ordine) e politici sul territorio. Ce ne sono tanti direttamente collegati a determinate famiglie, quanto meno da vincoli di sangue.
Al momento, chi ha voce in capitolo, studia il da farsi e come poter bypassare qualche resistenza o aspetto burocratico. Intanto chi ha terreni, ben consigliato, paga l’Imu, e un giorno, presto o tardi, chiederà il conto. Per questa ragione era importante, anzi fondamentale, approvare in giunta il nuovo Piano urbanistico, in modo da far scattare le norme di salvaguardia e bloccare, sul nascere, certe mire espansionistiche. Del nuovo Puc, però, al momento se ne sa ben poco. Le menti sopraffini, che sono dietro questo gioco, vorrebbero importare a Marano – che un tempo era la città “regina” del cemento – il modello e le dinamiche tecniche fatte già proprie da altri comuni, Mugnano, Quarto e Giugliano in primis, dove si costruisce come se non vi fosse un domani.
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