Pip Marano e proprietà dei capannoni, l’ex avvocato del Comune Manfrellotti ricostruisce l’intera vicenda

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Come ricorderete, nei giorni scorsi il tribunale Napoli nord si è pronunciato sul ricorso (l’ennesimo) presentato dalla società dei Cesaro, dichiarandolo inammissibile e confermando (di fatto) quanto già era stato confermato un anno fa: ad oggi i capannoni dell’area Pip (quelli non venduti in precedenza) sono di proprietà del Comune e le pretese, per un rilascio degli stessi da parte dell’azienda, non trovano al momento giustificazione. Riceviamo oggi la lettera dell’ex avvocato convenzionato del Comune, colui che un anno fa e anche prima seguì la vicenda Pip e ottenne – in sede giudiziaria – il risultato positivo per gli imprenditori e il Comune. L’avvocato Raffaele Manfrellotti non è stato confermato dai commissari, che inspiegabilmente nei giorni scorsi hanno diramato comunicati stampa dai quali si evincono diverse stranezze: non viene riconosciuto al nostro giornale alcun merito, ovvero quello di aver scritto per anni (anche prima che i giudici si pronunciassero) che quei capannoni erano del Comune, che ha sollecitato per anni la revoca della convenzione tra l’ente (quando c’era il tecnico Di Pace) e i Cesaro e che ha “costretto” di recente, in pratica, il Comune a costituirsi in giudizio sollevando il caso e intervistando gli imprenditori diffidati dai legali dei Cesaro. Senza di noi, senza l’intervento dell’imprenditore Trinchillo e senza il lavoro dell’avvocato Manfrellotti nulla sarebbe andato in porto. E invece i commissari si sono attribuiti meriti e hanno dato meriti a professionisti che non c’entrano un fico secco con quanto accaduto. Di seguito la lettera di Manfrellotti.

Caro direttore,

la ringrazio per avermi invitato a presentare la mia testimonianza in ordine ad una vicenda molto rilevante per Marano e per i suoi cittadini, di cui sono stato (e sono tutt’ora) protagonista: mi riferisco alla questione dell’area PIP. Ovviamente, preciso che mi assumo la piena responsabilità della veridicità di quanto da me dichiarato, sollevandoLa sin d’ora (semmai ve ne fosse bisogno) da qualsivoglia eventuale implicazione.

Nell’ottobre 2018, all’indomani della stipula della mia convenzione quale consulente legale del Comune di Marano, mi veniva chiesto dal Responsabile dell’Area Tecnica, ing. Pasquale Di Pace, di studiare la questione dell’efficacia della convenzione n. 1553 del 27.01.2006 stipulata tra il Comune e la Società Iniziative Industriali. Dalla documentazione sottoposta al mio esame, la predetta società non sembrava avere adempiuto ad alcuni obblighi contrattuali, sicché suggerii di procedere allo scioglimento della convenzione stessa. La mia proposta fu accolta e venne adottata la determina prot. n. 87 del 22.10.2018, che risolveva il contratto.

La società impugnava il provvedimento prima innanzi al Tar Campania e, successivamente, al Consiglio di Stato in grado di appello. Il Comune mi affidava la propria difesa nei predetti giudizi, i quali si concludevano vittoriosamente per l’ente.

Nel 2020 venivo a conoscenza, per puro caso, che nell’area PIP erano stati realizzati alcuni capannoni, i quali erano stati concessi in locazione dalla società Iniziative industriali e fruttavano diverse decine di migliaia di euro al mese. L’amministrazione comunale mi incaricò nuovamente di studiare la questione e io conclusi che, essendo stato risolta la convenzione per inadempimento contrattuale, la proprietà dell’area (e dei relativi capannoni) fosse del Comune, il quale era anche l’unico soggetto legittimato a trarre profitto dal  loro utilizzo. Nel luglio 2020 il Comune invitava dunque gli occupanti dei capannoni a regolarizzare (nei limiti del consentito dalla legge) la loro occupazione corrispondendo al Comune stesso una indennità di occupazione. Ciò condusse alla stipula di alcuni contratti (inizialmente, di durata temporanea, nelle more degli accertamenti urbanistici da compiersi a cura dell’Ufficio tecnico relativi alla regolarità degli stessi) i quali avevano lo scopo di bilanciare la primaria esigenza di tutela della legalità urbanistica con i diritti costituzionalmente rilevanti al lavoro e all’iniziativa economica degli occupanti dei capannoni, al contempo fornendo al Comune un significativo introito.

La società Iniziative industriali, tuttavia, si rivolgeva nuovamente al giudice, lamentando l’illegittimità della condotta dell’ente comunale. Come la prima volta, il Comune affidò a me la propria difesa in giudizio. Riuscii a guadagnare alcuni preziosi mesi; tuttavia, in data 28 aprile 2021 il giudice adíto accolse la domanda cautelare di Iniziative industriali ordinando la restituzione dei capannoni, e privando quindi il Comune dei relativi introiti. Per citare Winston Churchill, quella fu “la loro ora più bella”…

Confesso che il colpo fu duro, tuttavia io decisi di non arrendermi e proposi al Comune di presentare reclamo avverso l’ordinanza. La proposta fu accompagnata da notevoli perplessità (statisticamente, la percentuale di successo in questo tipo di impugnazioni è scarsissima), ma l’amministrazione dell’ente volle darmi fiducia e mi concesse carta bianca. La fiducia dell’ente fu premiata: con ord. del 13 luglio 2021, il Tribunale di Napoli Nord accolse il mio reclamo, così che il Comune poteva nuovamente disporre dei capannoni. Nel frattempo, proseguiva il giudizio ordinario (quello non caratterizzato dall’urgenza propria dei procedimenti cautelari).

In questo contesto si colloca la recente azione di Iniziative Industriali volta a contestare il possesso dei capannoni da parte del Comune, il quale ha scelto stavolta di affidarsi ad un altro collega. Il giudice ha rigettato la domanda, individuando la sede della soluzione della questione nel giudizio ordinario in corso sin dal 2020. In buona sostanza, la decisione si pone in continuità con la vicenda processuale che ho cercato di riassumere il più semplicemente possibile.

Devo esprimere la mia soddisfazione per le parole lusinghiere che la Commissione Straordinaria ha voluto rivolgere alla mia “fermezza e all’impegno profuso” nel comunicato stampa da essa diramato, nel quale ha dunque riconosciuto, sia pure a distanza di un anno, il risultato ottenuto con l’ord. del luglio 2021 che ha mantenuto al Comune il possesso dei capannoni; soddisfazione peraltro inaspettata, stante qualche incomprensione tra i due avvocati convenzionati (il sottoscritto e la collega Antonia Romano) e la stessa Commissione, a cui Lei ha in passato voluto cortesemente dedicare qualche pagina sull’autorevole organo di stampa da Lei diretto.

Confido che i risultati fino ad ora ottenuti possano costituire le premesse per una sistemazione dell’area PIP che realizzi nel modo più pieno gli interessi (anche economici) dell’ente comunale e dei cittadini di Marano.

Con i più cordiali saluti,

prof. avv. Raffaele Manfrellotti

Ordinario di Istituzioni di diritto pubblico – Università Federico II di Napoli

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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