Sant’Antimo, il caso Gema: il ricorso accolto dal Tar e i tanti dubbi sulla sentenza. Il Comune ricorrerà al Consiglio di Stato

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Con sentenza del 27 luglio 2021, a seguito del ricorso del consorzio Gema (gestore del servizio di igiene urbana nel Comune di Sant’Antimo), il TAR Campania ha annullato l’ordinanza del Comune di Sant’Antimo, che imponeva alla società Greenline s.r.l. di provvedere allo svolgimento di gestione del servizio di igiene urbana al posto del Consorzio Gema.
L’Ente di Via Roma, amministrato da una triade di nomina prefettizia a seguito dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche degli organi elettivi, si prepara a difendere senza mezzi termini il provvedimento varato, preparando, con urgenza, il ricorso al Consiglio di Stato. Le ragioni del Consorzio Gema, accolte poi dal Tar, si basano essenzialmente su due aspetti. Il Consorzio non ha alcun collegamento con il sistema Valentino, dal nome del dirigente comunale in seno all’UTC, ingegner Claudio Valentino, soggetto che avrebbe rappresentato il punto di snodo nei rapporti illeciti tra l’amministrazione comunale e le organizzazioni criminali, tanto da essere imputato dei reati di associazione mafiosa, corruzione e di altri reati contro la pubblica amministrazione per vicende connesse proprio allo svolgimento delle sue funzioni presso il comune di Sant’Antimo.
Inoltre, la linea perseguita dalla Commissione straordinaria si scontra con una circostanza significativa, se non addirittura dirimente, ossia che la Prefettura di Salerno, con nota prot. n. 133962 del 29 ottobre 2020, ha inviato al richiedente Consorzio Gema, comunicazione di iscrizione nella cosiddetta “White List”, cioè nell’elenco dei fornitori di beni o prestazioni di servizi non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa, previsti dalla L. n. 190 del 2012 e dal DPCM 18 aprile 2013.
Secondo il TAR Campania l’iscrizione nel suddetto elenco, quindi, costituisce lo strumento principale ed indefettibile per attestare che l’operatore economico non è coinvolto in affari o rapporti ad altro titolo con le organizzazioni di stampo mafioso né subisce condizionamenti ad opera di queste. Il Comune di Sant’Antimo ha, invece, difeso il suo operato e chiederà il rigetto del ricorso per diversi motivi.
Per prima cosa, l’affidamento a favore della ditta GEMA era stato suffragato da una gara illegittima, così come condotta dall’Ing. Claudio Valentino, che sarebbe stato in grado di strumentalizzare le procedure di gara a favore di ditte collegate alla criminalità organizzata.
Inoltre, l’attività ispettiva svolta dalla Commissione straordinaria appare essere di gran lunga più penetrante rispetto a quella svolta dalle prefetture per il rilascio dell’iscrizione nelle White list. La Commissione del Comune di Sant’Antimo, invero, ha basato i suoi approfondimenti istruttori su fronti diversi. Sarebbero stati presi in esame i rapporti di frequentazione con pregiudicati; le cointeressenze (con la società Sea Group Srl nella quale figura come socio unico e come amministratore unico Calce Vincenzo sul conto del quale sono emerse cointeressenze nella società Calcio Sapri, facente capo all’esponente apicale della cosca mafiosa “ Pesce”); lo svolgimento di procedure illegittime da parte di un soggetto (Ing. Velentino), poi interessato da misura cautelare proprio in ordine a condotte illecite in materia di gare pubbliche e a collegamenti con il clan Puca; l’utilizzo per lo svolgimento dell’appalto di un sito di proprietà di soggetti ricollegabili al clan Puca.
Il sito era quello di Via Plutone a Sant’Antimo. Il terreno su cui sono ubicati mezzi e container è di proprietà della Società Immobiliare San Carlo S.R.L., in cui un socio era identificata nella figlia di Puca Antimo, alias “Maulone”, imprenditore edile nel campo del calcestruzzo, pregiudicato del luogo, storicamente ritenuto attiguo al clan “Puca” (ma non legato da vincoli di parentela), che non disdegna comunque di associarsi a pregiudicati di altri sodalizi criminali locali.
Il Consorzio GEMA risulterebbe anche coinvolto in alcune vicende poco chiare relative al Comune di Torre del Greco, dove la stessa ditta aveva in esecuzione analogo appalto di igiene urbana. La complessità e la gravità di tali molteplici elementi non poteva che condurre, secondo quanto ricostruito dal Comune, all’adozione dei provvedimenti di cui all’art. 145 D.lgs. n. 267/2000, necessari a recidere ogni collegamento tra il Comune sciolto e la criminalità organizzata. Elementi emersi da una nota informativa della Compagnia Carabinieri di Giugliano in Campania, che sul conto del Consorzio GEMA ha fornito queste informazioni d’interesse ai fini antimafia. La stessa Compagnia ha fornito il supporto info-investigativo alla Commissione d’Indagine ex art. 143 del D.lgs 267/2000 il cui referto ha costituito il supporto motivazionale alla relazione ministeriale di accompagnamento al D.P.R. 18.3.2020 con il quale gli organi di origine elettiva dello stesso Comune di Sant’Antimo sono stati gravati dalla misura antimafia di rigore di cui al citato 143 d.lgs. 267/2000.
La sentenza del Tar (l’estensore è Guido Palliggiano, già noto per aver accolto un paio di ricorsi di alcune ditte maranesi censurate dalla prefettura con la notifica di interdittive antimafia) sarà dunque impugnata dal Comune di Sant’Antimo. Sarà il Consiglio di Stato a pronunciarsi in maniera definitiva nelle prossime settimane. Resta da chiarire, infine, che Gema non tornerà a Sant’Antimo poiché, indipendentemente dai fatti analizzati dal Tar, il rapporto con il municipio santantimese si è esaurito per scadenza naturale del contratto.
La replica.
Certi della veridicità delle nostre fonti (si tratta di atti pubblici), registriamo – per dovere di cronaca – la dichiarazione del dottor Vincenzo Calce, amministratore unico della Sea Group srl. “Ritengo – spiega il dottor Calce – che si tratti di affermazioni lesive della mia immagine e di quelle della società Sea Group srl, in quanto mai attinti da provvedimenti di natura giudiziaria. Nello specifico contesto i riferimenti in cui si parla di “rapporti di frequentazione con pregiudicati e cointeressenze con la società Sapri Calcio, facente capo all’esponente della cosca mafiosa Pesce”.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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