Marano, ieri il game over per Visconti. Il Pd è ormai all’opposizione. D’Alterio (sfiduciato) deve dimettersi o essere esautorato. La panzana del Giudice di Pace raccontata dalla De Nigris

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E ora si attende il prossimo passo, ovvero il passaggio del gruppo consiliare del Pd (come richiesto dalla segreteria provinciale nelle scorse settimane) tra i banchi dell’opposizione. I dem, ieri, hanno assestato due sonori schiaffoni al loro sindaco e vicesindaco. Paolo D’Alterio, sfiduciato in aula con l’apporto della sua stessa maggioranza, dovrebbe (per dignità politica) dimettersi. Il sindaco, nel caso non lo facesse, dovrebbe comunque esautorarlo perché la mozione passata ieri in aula con 13 voti a favori recita testualmente: “impegna il sindaco a revocargli le deleghe”. Impegna, non chiede.

Se qualcuno ha ancora dubbi sul Pd (o quanto meno su una parte di quel partito), suggeriamo di riascoltare le parole pronunciate ieri in aula dal capogruppo Pasquale Coppola: “Sindaco, l’ultimatum è scaduto nel momento in cui siamo venuti in aula e tu non hai voluto ascoltare le nostre proposte. Il tempo è finito”. La maggioranza Visconti non c’è più e sul Comune aleggia ormai con insistenza lo spettro dello scioglimento per mafia. Il primo cittadino non ha margini per raccattare voti nelle file della minoranza: l’operazione trasformismo tentata dal “piccolo” consigliere di finta opposizione, il cui nome è a tutti noti, non è andata in porto e non andrà mai in porto perché nessuno si prenderà la briga di saldarsi ad una giunta in odor di scioglimento.

Capitolo acqua: la delibera è stata congelata e dell’esternalizzazione del servizio (seppur necessaria vista l’incapacità dell’ente a risanare i conti con la gestione interna), rinviata a data da destinarsi, se ne occuperanno probabilmente i futuri commissari.

Capitolo Giudice di Pace: l’ultima boutade è targata Marinella De Nigris. Ieri, su proposta della minoranza, si è discusso del trasferimento dell’ufficio (ormai in gran parte perso dal Comune e in mano a due privati che chiedono soldi su soldi) dall’attuale sede a Palazzo Merolla. Proposta emendata con l’intenzione, dichiarata dall’assessore di De Nigris, di spostare il tutto in via San Tommaso (nella foto), dove è ubicato un bene confiscato alla camorra molti anni fa. Un bene rifiutato da tutti, persino dalla Guardia di Finanza, poichè situato in una zona angusta, periferica e del tutto inadatta ad ospitare uffici di una certa rilevanza, figuriamoci la sede del Giudice di Pace. Probabilmente la De Nigris nemmeno conosce via San Tommaso e nemmeno conosce lo stato di quella palazzina (per la quale occorrono all’incirca 1 milione di euro per rimetterla in sesto). La invitiamo, pertanto, a recarsi lì e a rendersi conto della castroneria proposta e avallata da qualche dirigente che non conosce nemmeno la strada per arrivare a Marano.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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