Il premier ha quindi fino al 20 per scovare i suoi responsabili, anzi i «costruttori europeisti». E poi? Se li trova, bene, lunedì e martedì si presenterà alle Camere, strapperà la fiducia e resterà a Palazzo Chigi. Se non li trova il copione non cambia molto, dovrà comunque andare in Parlamento e «rendere le sue comunicazioni». Il passaggio e «ineludibile». Quella delle Camere infatti secondo Mattarella è «la strada maestra, la più limpida». Dopodiché, se gli andrà male, Conte potrebbe rimettere il mandato, oppure cedere del tutto a Renzi e farsi riassorbire in un’altra trattativa dall’esito imprevedibile. Di certo il Colle è già pronto ad aprire le stanze e a ricevere le delegazioni dei partiti. Saranno, nel caso, consultazioni rapide, rigorose nei protocolli anti Covid ma non per questo meno attente alle proposte che potrebbero uscire dalla forze politiche. Lo scenario si riaprirebbe completamente, tutto tornerebbe in gioco e quello che oggi sembra impossibile diventerebbe probabile. Dal governissimo all’esecutivo di scopo, fino al gabinetto elettorale. Politico, tecnico, istituzionale, al fritto misto.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNewsConte e i 5 giorni (tanti) concessi da Mattarella per “acquistare” i costruttori
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