Coronavirus Italia, blocco fino a dopo Pasqua: ipotesi ora d’aria per i bimbi

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Si va verso la proroga dei provvedimenti in vigore per altre due settimane. Dunque fino a dopo Pasqua l’Italia continuerà a essere chiusa per coronavirus. Ieri sera tutti i ministeri coinvolti nel lockdown hanno fatto arrivare a Palazzo Chigi la lista di ciò che si può riaprire. Ovvero: niente. Eccetto piccole e chirurgiche deroghe ai settori industriali che fanno parte delle aziende ritenute strategiche.
Dal ministero dalla Sanità ieri, sulla scia dei primi dati incoraggianti, ragionavano sul fatto che «si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma proprio per questo non possiamo abbassare la guardia». Non a caso Roberto Speranza, dopo aver riunito in mattinata il comitato tecnico scientifico, è stato categorico: «È emersa la valutazione di prorogare di tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione». Da oggi dunque gli uffici di Palazzo Chigi si metteranno a lavorare sul nuovo Dpcm da far entrare in vigore al posto dell’attuale che scade il 3 aprile. Nei fatti sarà – salvo eccezioni non di sostanza – un copia e in colla del precedente.

Il decreto sarà emanato tra stasera e al massimo giovedì mattina, qualora il premier volesse comunicare prima la decisione della nuova chiusura ai leader dell’opposizione attesi per domani a Palazzo Chigi. In generale, il sentimento del governo è anticipato dalla spinta della comunità scientifica: «Le riaperture? Se ne riparla dopo Pasqua», ha ribadito anche ieri Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore di Sanità.
Con la proroga scontata si discute in queste ore sulla scadenza del nuovo Dpcm: il range ritenuto più probabile è quello che va dal 15 al 18 aprile.

Tutto dunque va verso un’unica direzione: dal 3 aprile scatterà un altro conto alla rovescia di almeno due settimane, nella speranza che poi grazie al crollo dei contagiati si possa arrivare a una parziale riapertura. Soprattutto delle attività produttive e di parte di quelle commerciali (eccetto ristoranti, bar, discoteche). In questo scenario le scuole e le università sembrano destinate ad aprire per ultime.
La data di massima che gira – ma le decisioni politiche saranno comunque accompagnate dai dati tecnico-scientifici – è quella di maggio. In generale, il comparto che potrebbe beneficiare delle prime aperture dovrebbe essere quello delle attività produttive per cui la serrata, come ha spiegato Conte a El Pais, «non potrà durare molto».

“Certamente il rispetto delle regole per garantire la salute di tutti è prioritario ma noi stiamo chiedendo ai bambini e ai giovani un sacrificio enorme: non possono giocare con i loro coetanei, non possono fare attività sportiva, non possono andare a scuola.

C’è però una salute integrale della persona, anche psico-motoria per queste generazioni e siccome non sarà domani che potranno tornare a giocare in modo normale, dobbiamo permettere loro, in modo graduale sicuro, tutelato, per la loro salute e la salute della collettività di uscire, di poter iniziare a fare un’attività psicomotoria ovviamente non in gruppo ma da soli che abbia nel pieno rispetto delle regole del contenimento e del contrasto al virus, la possibilità gradualmente di essere fatta”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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