Salvatore Perrotta (l’assessore nella foto, colui che non ha ancora fatto emanare il bando per l’affidamento dello stadio) non molla: non ci pensa nemmeno lontanamente a dimettersi così come gli ha chiesto il suo partito, il Pd, che in pochi giorni ha incassato due sonori schiaffoni dal sindaco Visconti: il primo sull’esternalizzazione del servizio tributi, l’altro proprio su Perrotta, blindato nonostante l’indicazione dei dem.
Il Pd è spaccato: da un lato parte del direttivo e parte della segreteria cittadina, favorevoli alla linea dura nei confronti del sindaco; dall’altro i sei consiglieri, timidi, timorosi, soggiogati dalle logiche di potere e poltrone. Chi sono? Pasquale Coppola, Annarita Savanelli, Antonio Nastro, Mimmo Paragliola, Davide Di Luccio, Maria Acconciagioco.
Il Comune rischia, non solo per il caso esternalizzazione tributi, ma per fatti ben più gravi, ma i sei consiglieri – che evidentemente vivono su Marte – fanno finta di non vedere.
Nel direttivo i mugugni e i malumori non mancano e qualcuno insinua che la morbidezza su Perrotta sia dovuta al fatto che l’assessore è il proprietario del locale adibito a sede dei democratici. In caso di siluramento del Perrotta, qualcuno (il livello è questo) ritiene che anche la sede andrebbe a farsi benedire.
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