La discussione sullo ius culturae, la proposta di legge in materia di cittadinanza ripartirà giovedì prossimo alla Camera ma ha già sollevato le prime reazioni. Come quella di Salvini, che ha promesso che darà battaglia contro “la cittadinanza facile”. Ma cosa prevedono le norme sulla cittadinanza e come cambierebbero con lo ius culturae? Lo ius culturae, inserito nell’ambito dello ius soli, è stato al centro di un lungo dibattito in Parlamento nella legislatura passata, conclusosi con un nulla di fatto.
2. COSA DICE LA LEGGE IN ITALIA – In base alla legge 91 del 1992, chi è nato in Italia da genitori stranieri può diventare cittadino italiano al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia mantenuto costantemente la residenza in Italia dalla nascita. Nel nostro Paese lo ius soli si applica anche in due casi eccezionali: per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti o apolidi o impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel territorio italiano.
3. COME FUNZIONA NEGLI ALTRI PAESI – Quasi tutti i paesi del continente americano applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni, come gli Stati Uniti, il Canada e quasi tutta l’America meridionale. In Europa viene concessa la cittadinanza per ius soli (per esempio Francia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Germania) con qualche condizione. In Francia, ad esempio, il nato in territorio francese da genitori stranieri può ottenere la cittadinanza facendone richiesta purché sia vissuto stabilmente sul territorio dello Stato per almeno 5 anni. In Germania, vale di base lo ius sanguinis ma chi nasce nel territorio tedesco da genitori extracomunitari può diventare cittadino tedesco se uno dei due genitori ha il permesso di soggiorno da almeno tre anni e vive in Germania da otto.