Anche Luigi De Biase, lo storico dirigente del Comune, reagisce alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per l’inchiesta sui voti che avrebbero consentito ad Armando Cesaro di essere eletto a Palazzo Santa Lucia. De Biase è chiamato in causa dai magistrati di Aversa per un presunto “aiutino” ricevuto dai politici di Sant’Antimo, in relazione ad un incarico quale membro dell’organo di valutazione interno alla Regione.

“Mi sembra una cosa inverosimile – spiega il funzionario comunale – non sono mai stato un sostenitore di Cesaro né tanto meno l’ho mai votato. Quanto all’incarico di cui si parla negli atti dell’indagine, si tratta di un ruolo che non ho mai svolto”.

Il nome di De Biase balzò agli onori delle cronache anche quando esplose il primo filone di inchiesta sull’area Pip. I carabinieri del Ros, che eseguirono le indagini, ricostruirono le fasi di un incontro che si tenne nello studio dei Cesaro al quale parteciparono, oltre ai due fratelli del parlamentare Luigi, anche Antonio Di Guida, lo stesso De Biase e l’ex dirigente del settore tecnico di Marano Gennaro Pitocchi. L’incontro fu promosso dai Cesaro, con l’intermediazione di Di Guida, per appianare le divergenze sorte tra Pitocchi, arrivato a Marano in quota Cesaro, e lo stesso De Biase, il quale aveva inviato al sindaco Perrotta una lettera riservata con la quale informava l’allora primo cittadino circa l’acclarata incompatibilità di Pitocchi, che in quel periodo era dirigente anche in un comune del Casertano. Lettera che misteriosamente finì anche nelle mani di Pitocchi.

Negli atti dell’indagine i carabinieri fanno riferimento ad un risentimento di Pitocchi nei confronti di De Biase, a capo in quel periodo del Personale comunale. Poco dopo Luigi De Biase fu sollevato da quell’incarico, che passò nelle mani di un altro De Biase, Domenico, in seguito oggetto di un procedimento disciplinare proprio sul caso Pitocchi.

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