Due Comuni al voto, Arzano e Torre Annunziata (il primo è anche l’unico sciolto per sospetti di camorra), restano sotto osservazione per rischio brogli; per Acerra e Somma Vesuviana è stata attivata la procedura di controllo del ministero dell’Interno. La posizione di una quindicina di aspiranti consiglieri tra Arzano e Torre Annunziata, pure non incandidabili e nemmeno «impresentabili», è al vaglio della prefettura: l’elenco è stato trasmesso dalle forze dell’ordine. Mentre ad Acerra circolano filmati e registrazioni che lanciano ombre sulla «pulizia» del voto: dalla strada asfaltata di fresco per la quale occorre sdebitarsi, fino al mercato delle assunzioni. Sull’ipotesi voto di scambio sono partite già due denunce, una alle forze dell’ordine e l’altra alla Procura, corredate dei documenti audio-video. Un candidato citato nei discorsi, secondo voce di popolo, sarebbe andato in giro a chiedere di non essere votato, per dissipare così ogni dubbio sulla sua integrità morale. Sia andata davvero così oppure no, oggi la tensione si taglierà con il coltello.
Ad Arzano quattro sezioni con il fiato sospeso perché nel pacco con la dotazione dei materiali non si trovava traccia dei verbali. Il problema, in tempi ragionevoli, è stato risolto. Fisiologica la percentuale dei presidenti rinunciatari, che si contavano sulle dita di una mano, e in qualche caso per motivi di opportunità (uno era il marito di una candidata e per ovvi motivi ha dovuto cedere il passo). Polizia, carabinieri e finanza a guardia delle postazioni di voto.
Anche a Pozzuoli si registra un esodo dei presidenti, 16 su 69 previsti. A tarda sera si andava ancora a caccia degli ultimi due «volontari» necessari per chiudere la partita. E si avvertiva pure la «vigilanza» dei rappresentanti 5Stelle, inamovibili dai seggi fino alla chiusura delle porte con i sigilli.
Placida, almeno all’apparenza, Somma Vesuviana. Le procedure partono pigramente e almeno in questa fase nessuno sembra avere da ridire. Sarà la voglia di lasciarsi alle spalle un caso spinoso assai, quello del candidato dem Giuseppe Bianco che ha dato forfait denunciando pressioni (attribuibili, secondo una ricostruzione ufficiosa, a un maresciallo dei carabinieri): preso atto del gran rifiuto il partito si è trovato in difficoltà , diviso tra voglia di insistere e voglia di lasciar perdere, e alla fine ha prevalso la seconda linea di pensiero. Ma la storia potrebbe non essere finita qui e minaccia di riservare sorprese, dopo il voto, in ambito giudiziario.