Mansarde, mansardine che spuntano come i funghi, prestanome, sedicenti operatori del settore edilizio, noti imbonitori, geometri, politici. Tutti i riflettori di Marano, da sempre (o quasi), sono focalizzate sull’ufficio tecnico comunale, il vero luogo dove si fa “politica” e non solo e dove si decidono le sorti di un sindaco, di una giunta piuttosto che un’ altra.

Passano gli anni e, nonostante vi siano i riflettori dei media e dei carabinieri, le cose non cambiano. Il gioco si regge sulle ditte di fiducia, su quelle che si devono accaparrare qualche gara, sulle pratiche di condono edilizio o sulle richieste di avvii di lavoro in abitazioni, parchi e quant’altro. Il fulcro, il cuore della vita amministrativa di Marano è all’ufficio tecnico. Il palazzo municipale, per certi versi, è un semplice luogo di svago, tutt’al più di ricreazione.

Negli ultimi tempi, come se non bastasse, stanno proliferando abusi edilizi (e non solo) di ogni genere sul territorio. Nella foto l’ultima mansarda spuntata qualche giorno fa nella zona tra via De Curtis e via Sconditi. Sarà tutto in regola? Chissà. E chissà come andrà a finire anche la storia che vede coinvolto il vicesindaco Ricciardiello, per una vicenda di permessini che sarebbero stati ottenuti nell’arco di una sola giornata.

L’esponente della giunta Liccardo è stato tirato in ballo nei giorni scorsi da Bertini. La sua famiglia, invece, da alcuni cittadini, parenti dello stesso vicesindaco, sempre per una storia di mansarde e mansardine. Ci fu anche una denuncia ai vigili urbani. Le carte su questo filone, quelle da noi esaminate, sembrerebbero a posto. Ma noi potremmo non avere le competenze tecniche atte ad arrivare ad una conclusione in un senso o nell’altro. Forse è meglio, insomma, che la vicenda sbarchi in Consiglio comunale o che se ne occupino altre autorità.

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