Un masso di 70 chili uccise Crescenzo Della Ragione, morto in un locale di Marina di Camerota

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Un piccolo passo verso la verità quello che è stato compiuto grazie al lavoro del medico legale che ha effettuato l’autopsia (ad agosto) sul corpo di Crescenzo e che ieri ha consegnato la relazione agli inquirenti che indagano sul caso.Crescenzo Della Ragione è morto a 27 anni nella notte tra il 10 e l’11 agosto dell’anno scorso all’interno della discoteca Il Ciclope di Marina di Camerota. Stava aspettando che finisse di piovere insieme al cugino e ad un amico quando all’improvviso un masso gigante si stacca dalla caverna che ospita il locale da decenni e schiaccia il giovane napoletano. Subito dopo l’incidente il masso scompare. Quando arrivano i carabinieri trovano a terra il corpo del povero malcapitato coperto da un sacco nero, un lago di sangue e alcuni ragazzi in lacrime. Il locale, come è stato poi accertato dagli 007 della procura di Vallo della Lucania, aveva l’obbligo di rimanere chiuso in caso di pioggia, come si evince anche dal nulla osta all’agibilità rilasciato nel 2006 al titolare della discoteca. La questione è molto complessa. A marzo scade il termine delle indagini preliminari. Gli indagati per la morte di Crescenzo sono quattro: il sindaco di Camerota Antonio Romano, il proprietario della struttura Raffaele Sacco e due tecnici che non sono del posto. L’ipotesi di reato per tutti è di omicidio colposo.

Pochi giorni fa, il medico legale Adamo Maiese, ha consegnato al capo della procura di Vallo, Giancarlo Grippo, una dettagliata relazione che comprenderebbe anche gli ultimi minuti di vita di Crescenzo. Secondo quanto accertato dall’esperto, il 27enne sarebbe morto schiacciato da un masso dal peso di circa 70 chili. Il masso, caduto da un’altezza notevole, avrebbe sfondato il cranio del giovane provocando diverse fratture al torace e la rottura della colonna vertebrale. La famiglia di Crescenzo non si è data mai per vinta e, a distanza di mesi, chiede ancora a gran voce verità e giustizia per la morte del proprio figlio. Al centro di quello che è diventato quasi un mistero, resta il masso che ha ucciso il 27enne e che non è stato mai rinvenuto dai carabinieri. Quando, infatti, le forze dell’ordine della stazione di Marina di Camerota sono giunte sul posto, la pietra era già scomparsa.

Giornale del Cilento

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