Domenica 8 e lunedì 9 si voteranno i quesiti referendari voluti da una parte della sinistra radicale, perché non andare a votare .
I quesiti referendari sul lavoro hanno spaccato i sindacati a dimostrazione che solo una piccola parte della rappresentanza sindacale é favorevole a questi, come pure la minoranza dei partiti di sinistra ne é favorevole.
I quesiti sono antistorici la storia dei rapporti di lavoro e delle parti sociali sono molto più avanti dei promotori referendari che con questi questi vorrebbero riportare indietro le lancette della storia, quando invece vi e bisogno di una nuova visione del mercato del lavoro in un mondo globalizzato e non di un ritorno al passato.
Sulle dinamiche del lavoro si base tutto il sistema del paese e per uno sviluppo futuristico del campo c’è bisogno di riforme strutturali e organiche di tutto il sistema lavoro e non certamente di spot propagandistici che farebbero solo danni.
Solo la visione cieca di parte di una politica che dopo anni sconfessa se stessa, dopo aver approvato la riforma del PD di Renzi sul lavoro ( Jobs Act ),con l’ ammiccamento dei cespuglietti della sinistra in cerca di autore si stracciano le vesti per quesiti che andrebbero inquadrati in un percorso più ampio di riforme strutturali.
Dov’erano i partiti che oggi gridano allo scandalo per le condizioni di lavoro in Italia negli ultimi decenni, sicuramente non in piazza a protestare ma a governare.
Il diritto al non voto é sancito dalla sostituzione ed insito nel raggiungimento del quorum senza il quale il referendum sarebbe nullo
Michele Izzo consigliere comunale
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews