I lavori dovevano iniziare, secondo quanto riportato nel cartello all’ingresso del cantiere, il 12 aprile di quest’anno. Ad oggi, 27 aprile 2025, non vi è ancora traccia di operai, attrezzature e quant’altro nell’area di via Adda, scorporata da una particella più ampia ricadente in un piano di lottizzazione convenzionata, meglio nota come C17, dove dovranno essere realizzati nuovi appartamenti.

Il permesso di costruire è del 27 maggio del 2021. Al momento ci sono quindici giorni di ritardo sulla tabella di marcia. Le ragioni dello slittamento non sono ufficialmente note. Le festività pasquali, il tempo non sempre clemente o sono altre le motivazioni che hanno spinto la Sansone sas, che dovrà realizzare una ventina di appartamenti (ma c’è anche chi dice trenta e forse più), per conto della cooperativa Sant’Antonia, a ritardare il tutto?

Le quote della Sant’Antonio sarebbero state acquisite, di recente, dall’imprenditore edile Sarracino, che le avrebbe, a sua volta, rilevate dalla famiglia Cesaro, da non confondere con quella di Sant’Antimo.

Si tornerà a costruire, dunque, nella città che, assieme a Giugliano anni fa e da qualche tempo a Mugnano e Quarto, è stata tra le più urbanizzate nel periodo anni Ottanta e Novanta. La Sant’Antonio costruirà grazie al via libera dei giudici amministrativi (le ultime sentenze del Tar sono del 2023 e del 2024), che hanno deliberato sulla scorta di alcuni ricorsi e alla luce delle mancate risposte o dinieghi formulati in passato dal Comune. L’ente avrebbe potuto fare di più? In passato, forse, sì. Ci fu un tempo in cui gli uffici comunali e gli amministratori decisero di annullare il piano con una revoca in autotutela, bypassando la magistratura amministrativa. Quell’errore fu, forse, fatale e diede la stura ai ricorsi poi vinti.

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