Da Poziello a Franco Alfieri, da Salvati alle indagini sui Comuni: Pd locale e regionale sempre più nella bufera

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Dall’arresto di Poziello, nato e pasciuto comunista, ex sindaco e consigliere a Giugliano, all’arresto di Nicola Salvati, segretario regionale del Pd; dall’indagine sull’attuale sindaco di Giugliano Pirozzi, anch’egli del Pd, alla commissione d’accesso arrivata a Pomigliano, dove governano diversi deluchiani; da Franco Alfieri, presidente della provincia di Salerno e fedelissimo del governatore De Luca.

Negli ultimi mesi nel mirino della magistratura sono finiti amministratori ed esponenti politici importanti, in chiave locale e regionale, prima ancora era toccato a gente come Oddati e Cozzolino, anche loro uomini simbolo del Pd regionale. Corruzione, associazione a delinquere, rapporti opachi con clan, tutti, a vario titolo, sono stati o sono accusati di qualcosa di poco limpido.

Nell’inchiesta della procura di Salerno che contesta a decine di indagati le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di oltre duemila cittadini extracomunitari, ma anche di corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio è stato arrestato e messo ai domiciliari anche Nicola Salvati, tesoriere regionale della Campania del Pd. Il partito, rende noto Antonio Misiani, commissario del Partito democratico in Campania, lo ha sospeso.

“In relazione all’inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Salerno che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 31 persone, il Pd Campania comunica – scrive Misiani in una nota – che il dott. Nicola Salvati, coinvolto nell’inchiesta in relazione alla sua attività professionale, ai sensi dello Statuto e del Codice etico del Pd e facendo salvo il principio di presunzione di innocenza, è stato cautelativamente sospeso dall’anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dal suo incarico di tesoriere del Pd Campania”.

Un’inchiesta sulle anomalie in Campania sul click day relative al decreto flussi. Sulle richieste sospette, che lasciavano temere anche l’ombra della criminalità organizzata era intervenuta con un atto formale il premier Giorgia Meloni, che nel giugno 2024 aveva presentato un esposto in Procura. Alla luce degli arresti di queste ore e delle migliaia di immigrati clandestini regolarizzati grazie al click day, fortemente voluto dai governi di centrosinistra, spicca il silenzio tombale del governatore De Luca. Un silenzio che viene ben spiegato da quanto dichiarato a caldo dallo stesso governatore della Campania. De Luca aveva infatti irriso la mossa della Meloni.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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