Era già tutto previsto, fino al punto che lo avevamo scritto con mesi e mesi di anticipo. Non c’è bisogno di ricorrere a Riccardo Cocciante e a una delle sue canzoni più celebri (Era già tutto previsto, per l’appunto) per riassumere il caso della scuola di San Rocco.
Immobile abusivo, oggetto di richiesta di condono da un privato, per il quale la giunta Morra aveva preparato una delibera controversa. Un atto che, in deroga alle norme vigenti, consentiva agli uffici di velocizzare la pratica di condono per civile abitazione, spalmando in 30 rate il pagamento dello stesso.
E alla fine come è andata o andrà a finire? Come scriveva Terranostranews e il suo direttore, fin dalla scorsa primavera.
Il privato, consigliato da un avvocato e da un familiare, alla fine ha pagato per intero il condono, ma sempre per civile abitazione e non per uso scolastico. Non è noto se l’ente abbia già rilasciato l’attestazione richiesta. Quel che è certo è che non c’è stata alcuna convocazione del civico consesso, non vi è stato alcun cambio di destinazione d’uso dell’immobile, che da civile abitazione doveva diventare scuola. Pare addirittura che il privato – capita l’antifona e i rischi – abbia inviato o stia per inviare alla scuola o al Comune (non è ancora chiaro) la richiesta di sfratto.
E’ noto che in mezza a questa storia vi siano di mezzo anche dei consiglieri di minoranza, che pare stiano cercando a tutti i costi di aiutare il sindaco ad uscire dall’impasse.
E ora cosa accadrà? Quello che avevamo previsto in un recente articolo: lo sfratto non sarà eseguito (figuriamoci se qualche ufficiale giudiziario sfratterà una scuola, almeno in tempi celeri), il privato incasserà il condono, il Comune – dal canto suo – non farà alcun atto per il cambio di destinazione d’uso e non ci saranno lavori di adeguamento strutturale.
Si proseguirà senza alcun accordo tra le parti, con un’occupazione verosimilmente sine titulo, come già accade per il Giudice di Pace. Nessun contratto tra le parti, nessuna regolarizzazione da civile abitazione a scuola. I bambini resteranno lì, almeno per un altro anno, il privato si becca il condono e non effettuerà alcun lavoro o intervento per adeguare l’immobile a scuola. Una storia maranese, una storia tipica di un certo modo di fare, tipica di Marano. Una storia che, assieme alle altre, meriterebbe approfondimento della Procura Napoli nord e del prefetto di Bari, che già da un pezzo, per fatti e circostanze molto serie, avrebbe dovuto disporre l’invio di una commissione d’accesso in municipio.
Muti, al momento, i consiglieri comunali; muti chi ci aveva criticato. Si attende solo che qualche inquirente voglia approfondire per bene la questione. Muti i due giornaletti di regime; muto l’ex candidato sindaco che oggi cura la comunicazione di un familiare di noti camorristi. Muti tutti.
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