Portuali di Trieste, il capopopolo Puzzer lascia l’incarico. Contestato ieri sera dopo l’annuncio della fine della protesta. “Si è fatto fregare dai politici”

0
787 Visite

Dal “battaglia vinta, domani si torna a lavorare” al “presidio continua” contro l’obbligo di Green Pass nei posti di lavoro. Una giravolta, quella dei lavoratori portuali di Trieste che porta il leader del Coordinamento, Stefano Puzzer, a lasciare l’incarico. Tutto è iniziato – come racconta l’Huffington post – ieri sera con un punto stampa davanti al porto, durante il quale Puzzer ha annunciato, d’accordo con gli altri leader della protesta, che i lavoratori sarebbero tornati tutti nelle proprie aziende già da oggi perché avevano ottenuto un incontro, fissato per il 30 ottobre, con rappresentanti del governo in Senato.

Passano neanche pochi minuti e un gruppo di no Pass, anche arrivati da altre città, si rivolta contro il leader che viene accerchiato, nel vero senso della parola. Il capo popolo in mezzo, gli altri, quelli che non hanno gradito la scelta di sciogliere il presidio, intorno. Tutto accade davanti al Varco 4 di Trieste, cuore dello sciopero No Green pass perché è questo Varco che blocca la viabilità delle merci. Inizia una sorta di ‘processo’ a Puzzer. “Non possiamo andare avanti, la gente dopo un po’ si stancherà”, prova a difendersi il leader consapevole che il presidente del porto D’Agostino oggi avrebbe chiamato il Prefetto per mettere fine alla protesta. Ma niente da fare, la contestazione contro di lui va avanti e alla fine è costretto a rettificare: “Il presidio continua fino al 20 ottobre e non si molla. Se il 30 ottobre non otteniamo l’abolizione del Green Pass blocchiamo l’Italia”. Nel frattempo però gli altri leader della protesta smobilitano e solo questa mattina scoprono la retromarcia arrabbiandosi, non poco, con Puzzer perché gli accordi erano altri.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti