Scuola, la decisione del Tar e la battaglia tra genitori a colpi di comunicati

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In questi giorni tiene banco il ritorno a scuola dei segmenti Primaria, secondaria di primo e secondo grado. Dopo la bocciatura da parte del TAR, dove erano ricorsi gruppi di genitori contro l’ordinanza Regionale di chiusura delle scuole, é incominciato la “lotta” a colpi di articoli o comunicati stampa di chi é favorevole al ritorno in classe degli alunni e chi invece non vorrebbe.
Intanto molte scuole nell’incertezza e nella attesa di nuove ordinanze hanno convocato il Consiglio d’Istituto propinando ad esso una proposta di calendario per il rientro. Con la delibera del Consiglio d’Istituto i Dirigenti che in piena autonomia scolastica hanno adottato un rientro posticipato si sono “blindati” giuridicamente, in quanto l’organo deliberante in termini di organizzazione della vita scolastica é il Consiglio d’Istituto. I motivi che spesso hanno spinto i dirigenti a proporre la diversificazione del ritorno a scuola degli alunni é principalmente di prudenza in presenza di una pandemia che miete ancora migliaia di contagi e centinaia di morti al giorno, quindi, per meglio organizzare il ritorno in presenza in tutta sicurezza. Il ritardato ritorno a scuola ha fatto indispettire non poco i genitori del fronte del sí al ritorno a scuola, soprattutto dopo la sentenza del TAR che ha bocciato l’ordinanza regionale di chiusura, alcuni si sono rivolti a legali, e in questi giorni i Dirigenti hanno dovuto rispondere a chiarimenti richiesti da avvocati.
La pandemia non solo fa paura ma divide pure, molti infatti hanno necessità di dare una organizzazione prestabilita alle proprie giornate, in quanto lavorando entrambi i genitori non sanmno a chi rimanere i propri figli. L’unica certezza in questa “disputa” è che la scuola è ambiente sicuro dove il distanziamento, la mascherina, il lavaggio spesso le mani e la sanificazione dei locali scolastici é ormai prassi consolidata. Bisognerebbe adesso mettere in sicurezza i trasporti e garantire controlli nelle prossimità delle scuole come deterrente agli assembramenti. E, soprattutto, un senso di responsabilità civile di ogni singolo nella consapevolezza che la difesa della salute altrui è anche difesa della propria salute.
Michele Izzo
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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