Marano, scarichi illegali nell’alveo dei Camaldoli: c’è la prima condanna penale. Ma la vicenda è oscura su tanti punti

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E’ stata emessa nei giorni scorsi la prima condanna penale a carico di uno dei proprietari di un’abitazione di via Corree di sotto, a cui erano stati notificati una serie di atti da parte del Comune: un’ordinanza ad horas di dismissione degli scarichi fognari nell’alveo dei Camaldoli e una successiva ordinanza di sgombero, da mesi non attuata dall’amministrazione Visconti, non solo per lui ma per molti altri.

Il gip di Napoli nord, su proposta del pm, ha condannato – visti gli elementi indiziari forniti dalla municipale di Marano – la persona destinataria dei provvedimenti a giorni 24 di arresto, poi ridotti a 16 con le attenuanti generiche. Misura detentiva poi convertita, sulla scorta di quanto previsto dall’articolo 459 ss, in ammenda pari ad euro 600. Il destinatario della condanna potrà proporre ricorso entro 15 giorni e chiedere il giudizio abbreviato.

Fin qui l’aspetto giudiziario. Ma la vicenda avrebbe contorni poco chiari. Un anno fa personale dell’ufficio tecnico del Comune e gli agenti della municipale si recarono in via Corree di sotto (lato inferiore) e scoprirono (ma era noto da decenni a tutti) che la stragrande maggioranza dei residenti sversavano illegalmente (acque nere) nell’alveo dei Camaldoli. A quei sopralluoghi, eseguiti nel corso di diversi mesi, fecero seguito i provvedimenti amministrativi con annessa intimazione di sgombero ad horas. Qualcuno si mise in regola realizzando pozzi ad hoc, altri produssero una Scia, senza però avviare i successivi lavori, altri ancora se ne sono altamente infischiati. Le carte furono mandate in Procura, a Napoli nord, che ha emesso la prima condanna a carico di una persona che risiederebbe in una palazzina al cui interno vivono altre famiglie, mai raggiunte da alcun tipo di provvedimento comunale. Un mistero di cui riferimmo a suo tempo anche all’ex dirigente Di Pace, il quale riferì di aver invitato il tecnico comunale impegnato nei sopralluoghi a verificare l’eventuale anomalia. Di Pace è andato via e da allora non si è saputo più nulla.

Allo stato una decina di famiglie sarebbero effettivamente in regola e decine e decine no, soprattutto quelli della parte alta di via Corree di sotto, i cui controlli si sono fermati o arenati nei mesi scorsi. E’ una questione, quella di via Corree di Sotto, molto delicata e siamo convinti che questa giunta non sia in grado di poterne venire a capo (per motivi noti agli addetti ai lavori e a chi conosce alcuni residenti della zona) poiché per fare sul serio occorrerebbero uomini e mezzi impegnati ogni giorno solo su questo aspetto. L’impressione è che tutto finirà nel dimenticatoio e che a pagare saranno in pochi.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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