La fumata bianca è sempre più vicina: Antonio Discetti, futuro assessore della giunta Visconti, ha incontrato ieri il primo cittadino di Marano. Un faccia a faccia, una prima presentazione per chiarirsi le idee. La nomina dovrebbe arrivare tra martedì e mercoledì, ma Visconti (lo sanno bene i suoi consiglieri) non sempre è puntuale sui tempi. Potrebbe, il primo cittadino della giunta meno amata della storia di Marano, prendersi ancora qualche altra ora o giorno, tanto ha ben compreso che i sei ex dissidenti (era solo una finta l’appoggio esterno all’amministrazione) non hanno alcuna voglia di andarsene a casa.
Sulle deleghe che otterrà Discetti c’è ancora, a dire il vero, qualche nodo da sciogliere. Non è chiaro se al neo assessore saranno conferite le deleghe ai lavori pubblici e urbanistica, quelle attualmente detenute da Massimo Scatola, o se avrà solo una delle due e la gestione dei progetti Pics e Città Metropolitana. Se non dovesse avere entrambe le deleghe, sarebbe l’ennesima brutta figura rimediata dai sei consiglieri della lista Visconti, che erano partiti con la richiesta di due assessorati e che potrebbero ritrovarsi invece con un solo assessore e per giunta con deleghe incomplete.
Il portavoce dei sei, Lorenzo Di Marino, ha quasi sempre (in qualche caso anche in incognita) condotto le trattative con Visconti e D’Alterio, con il quale si incontra quasi tutti i giorni. Di Marino, che voleva candidarsi con il Movimento 5 stelle, ha una concezione tutta sua della politica. Voleva stare con il partito che fa della trasparenza la sua bandiera, ma da quando sta con Visconti si comporta come un politico della primissima Repubblica: non si sbilancia, tesse trame (con l’avallo degli altri cinque che si fidano di lui), non si rapporta con gli organi di informazione. Lo abbiamo spesso ascoltato, anche in privato, e ritenevamo fosse sincero quando parlava di necessità di avviare una profonda svolta nella giunta e nella macchina comunale. In realtà, dai suoi comportamenti, si percepisce che tutto suo parlare di rinnovamento non è altro che un fatto puramente di facciata. Di Marino e i sei avevano scatenato una guerra politica, annunciato un appoggio esterno, ma nei fatti non si sono mai discostati un secondo dal peggior sindaco della storia della città. Tanto rumore per nulla, insomma.
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