Vigilante ucciso a Piscinola, i figli: “Pene lievi”. I tre minori hanno beneficiato dello sconto di un terzo grazie al rito abbreviato

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Ci hanno provato, ma i giudici hanno risposto picche. Hanno provato a calare la mossa che avrebbe fatto saltare il tavolo, hanno indirizzato al giudice la loro richiesta di messa alla prova. Una mezz’ora di camera di consiglio e un’ordinanza che ha di fatto spalancato la strada ad una condanna in primo grado. Niente «messa alla prova», dunque, non ci saranno tre anni di buona condotta per estinguere quella maledetta esecuzione per i tre imputati dell’omicidio di Francesco Della Corte, il vigilante ammazzato lo scorso marzo mentre faceva la sua ronda all’esterno della metro di Piscinola. È stato il giudice Angela Draetta del Tribunale dei Minori a dire no all’istanza avanzata dai difensori dei tre imputati, di fronte «alla particolare gravità dell’episodio», chiedendo così alle parti di trarre le rispettive conclusioni.

Ed è lo stesso giudice che firma la condanna per i tre imputati: sedici anni e sei mesi per concorso in omicidio e per la rapina della pistola. Una condanna figlia di un calcolo, dal momento che gli imputati hanno potuto contare sullo sconto di un terzo della pena grazie al rito abbreviato e alla attenuante della loro condizione di incensurati e minorenni.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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