Accade anche questo a Marano di Napoli, uno dei comuni più sgangherati dell’emisfero occidentale. Accade che un cittadino, una donna che risiede al corso Italia,  si rechi in municipio e chieda la sostituzione del contatore idrica, non più funzionante. Al Comune le dicono di compilare un modulo e le garantiscono che, di lì a poco, sarebbe passato a casa un operaio dell’ente. Questo accadeva esattamente un anno fa, ma in questo lasso di tempo nessuno, addetti, impiegati o tecnici comunali, fa capolino nell’abitazione della richiedente, che intanto riceve fatture (per i consumi idrici) forfettarie e non commisurate ai reali consumi.

Si reca pertanto nuovamente in municipio, nei locali di via Nuvoletta, dove ha sede l’ufficio tecnico e l’ufficio acquedotto. Si fa ricevere e all’addetto del Comune fa notare che quanto aveva richiesto, ovvero la sostituzione del contatore, è rimasta lettera morta. Fa notare all’addetto di turno che ha pure compilato un modulo di cui mostra la copia. L’impiegato lo guarda, poi glielo ritira e ne fornisce un altro utente, che scopre in quel momento, però, che le modalità sono cambiate. Le viene dato, infatti, anche un bollettino e un importo da pagare: 35 euro, come costo da addebitare al privato – che attende da un anno – per il servizio di sostituzione.

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