Presso l’abitazione di Maurizio De Fenza, ubicata poco lontano da Marano, i carabinieri hanno rinvenuto parte dei gioielli rubati dalla cassaforte di Gala e le chiavi della sua autovettura, un’Alfa Mito (nella foto in basso), fino a ieri sera ancora parcheggiata in via Sconditi, negli spazi a ridosso del municipio. Il movente del delitto di Salvatore Gala è ancora poco chiaro: Gala, forse, avrebbe pagato con la vita per un debito non onorato, probabilmente legato a qualche dose di cocaina o altre sostanze stupefacenti, ma non si escludono anche altre ipotesi. De Fenza, noto come ‘o Mamozio, ormai “orfano” dei suoi riferimenti criminali (gli esponenti di punta degli Orlando sono stati quasi tutti assicurati alla giustizia), potrebbe essersi rivolto a Gala per ottenere un prestito o per rivendicare altro e, una volta incassato il suo rifiuto, non avrebbe esitato a sparare. Interrogativi ancora al vaglio degli inquirenti. Gala, secondo alcuni rumors, di recente si sarebbe rivolto a un’agenzia di pegni.
Il suo presunto assassino è molto noto a Marano, soprattutto nella zona dei “Carrisi”, roccaforte degli Orlando. Non è un pezzo da novanta della malavita locale, ma un personaggio ritenuto comunque contiguo al clan che in questi ultimi mesi ha monopolizzato lo scenario criminale cittadino. ‘O Mamozio era finito, poco meno di un mese fa, nelle oltre mille pagine dell’ordinanza di custodia cautelare contro i capi e gli affiliati alla potente organizzazione criminale. Il pm Maria Di Mauro della Direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva chiesto per lui gli arresti domiciliari per un caso di presunta estorsione contro il titolare di un’agenzia di scommesse sportive. Richiesta rigettata dal gip Ferri. Era a piede a libero De Fenza, insomma, legato tra l’altro da vincoli di parentela con Luigi Esposito, alias ‘o Celeste, elemento di spicco dei clan Nuvoletta e Orlando.
