Monteforte irpino, ex sindaco sotto processo: “Gli consegnai 70 mila euro in contanti”

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«Io e Costantino Giordano consegnammo nelle mani di Nicola Galdieri, come anticipo, la somma di 70mila euro in contanti, come concordato precedentemente con Armando Aprile per scongiurare che partecipasse all’asta. Inoltre, Galdieri stabilì che i restanti 50mila dovevano essere rateizzati pagando 2mila euro al mese che avrei dovuto consegnare nelle mani di Giordano e lui avrebbe provveduto a consegnarli». A confermare in aula le accuse contro l’ex sindaco di Monteforte Irpino (comune sciolto per infiltrazioni camorristiche) Costantino Giordano è il suo ex socio, Gennaro Pascale. Ex socio nella Monteforte srls con la quale gestivano insieme alla moglie di Pascale, Leondina Stellato l’ex ristorante O’ Pagliarone, struttura finita all’asta. Dopo aver pagato sei mensilità secondo questa modalità, «subentrarono i problemi legali tra me e Giordano e dunque chiesi a Nicola Galdieri una modalità di pagamento differente». Emerse che «Galdieri disse che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte srls e che le stesse sarebbero state emesse da un’impresa di costruzioni». Dai riscontri degli inquirenti emerse che effettivamente le fatture sono state emesse dalla Ni.Re costruzioni di Renato Freda.

Costantino Giordano è accusato di aver imposto insieme al presunto boss del Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri (condannato in primo grado a 21 anni di reclusione) il pagamento di 120 mila euro per il condizionamento dell’asta, in modo che il bene fosse aggiudicato dalla Monteforte Srls. Circostanze che l’ex sindaco Giordano, ha sempre smentito categoricamente anche quando è stato ascoltato in aula come testimone il 30 gennaio 2023. Gennaro Pascale ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero della Dda di Napoli, Anna Frasca, confermando tutte le circostanze già rese durante le sommarie informazioni testimoniali. Il tribunale ha rigettato le richieste avanzate dal collegio difensivo dei quattro imputati, di procedere all’interrogatorio di Pascale come testimone assistito. Ai quattro indagati difesi dagli avvocati Alberico Villani, Roberto Saccomanno, Gaetano Aufiero, Claudio Davino, Patrizio Dello Russo, Ferdinando Letizia, Rocco Antonio Briganti e Gerardo Di Martino – gli inquirenti contestano a vario titolo i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d’asta. Al centro dell’inchiesta che vede indagato il primo cittadino di Monteforte Irpino, l’aggiudicazione all’incanto dell’ex ristorante O’ Pagliarone. Ad aggiudicarsi del bene finito all’asta, Leondina Stellato, moglie di Gennaro Pascale. Le indagini su quest’asta in particolare, svoltasi presso il tribunale di Avellino il 20 luglio del 2017, presero il via dopo le dichiarazioni di Livia Forte, imputata nel filone Aste Ok, rese al pubblico ministero Henry John Woodcock il 20 dicembre del 2020. In quella sede Livia Forte disse che era stata costretta a fare un passo indietro per aggiudicarsi la struttura del Pagliarone, in quanto era stata «minacciata da Nicola Galdieri, accompagnato dall’attuale sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano». Il processo proseguirà il prossimo 13 settembre.

IL Mattino
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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