Le manette sono scattate per Antonio Castaldo, 55 anni, imprenditore incensurato di Afragola, che per mesi ha corteggiato il titolare di un bar pasticceria, per acquistare la sua quota societaria per centomila euro. Quando il titolare dell’esercizio commerciale si è presentato dal commercialista per chiudere la cessione, ha trovato una brutta sorpresa. I centomila euro li doveva sborsare lui. E doveva cedere anche l’attività a costo zero. E doveva stare pure zitto, perché nella trattativa si erano inseriti Salvatore Scafuto, detto Tore ‘a carogna, all’epoca uno dei quattro senatori del clan Moccia, oggi gola profonda del clan, e la stessa Anna Mazza, vedova Moccia, davanti alla quale Antonio Castaldo aveva trascinato il titolare della pasticceria per far valere i suoi diritti e intimorirlo ancora di più.

La vittima però, interpellato dalla vedova Moccia, ha risposto: La situazione sta in mano ai carabinieri, ai quali ho denunciato tutte le prepotenze che ho dovuto subire. A questo punto Anna Mazza ha alzato le mani e si è dichiarata incompetente. Per sopraggiunta legge. E per questo la donna, secondo il gip che ha disposto con un ordinanza richiesta dalla Dda di Napoli per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, ha evitato misure cautelari, mentre per Antonio Castaldo sono scattati gli arresti domiciliari. L’imprenditore è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, diretto dal maggiore Michele D’Agosta, lo stesso che in meno di venti giorni ha di fatto sgominato il clan Nobile. Operazioni che hanno suscitato il plauso delle gente di Afragola con tanto di manifesti di ringraziamenti con l’invito ai commerciati a ribellarsi rivolgendosi al maggiore Michele D’Agosta, con il numero di cellulare dell’ufficiale dell’arma sui manifesti.

Fonte Il Mattino

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