La Prefettura ha fatto un pasticcio. Due mesi di commissione, continuità evidente, ma nessuno ha avuto il coraggio di firmare lo scioglimento.
Ora se ne stanno accorgendo anche alcuni giornali di Giugliano. Finalmente. Benvenuti. Benvenuti nel luogo dove i silenzi sono diventati imbarazzanti, dove si è fatto finta di non vedere, dove si è accettata senza fiatare una versione ufficiale palesemente costruita per evitare il polverone.
Benvenuti anche a InterNapoli, che ieri solleva qualche legittimo dubbio. Meglio tardi che mai. Ora attendiamo che si sveglino anche gli altri due siti locali. Intanto noi, noi di Terranostranews, possiamo dire con serenità e orgoglio che lo abbiamo scritto fin dal primo giorno: Giugliano andava sciolto.
Commissione-lampo, silenzio calcolato, speranza di vittoria
A parlare non siamo solo noi: parlano i documenti ufficiali, parlano i fatti. La commissione d’accesso si insedia e, invece dei soliti 3-6 mesi di indagini, lavora meno di due mesi. Chiude tutto il 17 aprile. Un’anomalia colossale.
Dal 17 aprile al 24 maggio, data delle elezioni, passano 40 giorni pieni. Tempo più che sufficiente per sciogliere il Comune prima del voto, se davvero ce ne fossero stati i presupposti (e c’erano). Ma il Ministero e la Prefettura temporeggiano. Perché?
Perché la macchina politico-istituzionale puntava tutto sulla vittoria del centrodestra. Se avesse vinto, il “problema” si sarebbe gestito con calma e in silenzio, magari con qualche prescrizione soft. Ma poi succede l’imprevisto: il centrodestra perde.
Il castello crolla. E la toppa è peggio del buco
Il voto ha legittimato un nuovo consiglio comunale, certo. Ma secondo molti osservatori – e secondo noi – si tratta di una continuità spudorata con l’amministrazione uscente.
E allora che fa il Ministero? Tira fuori dal cilindro una motivazione che definire debole è un eufemismo: “non c’è continuità tra vecchia e nuova amministrazione”. Peccato che gli stessi nomi – ex consiglieri, ex assessori, stesso apparato – si ritrovino oggi in consiglio comunale. Parlare di discontinuità, qui, è una barzelletta.
La verità è una: è stata una scelta politica
Il decreto parla chiaro: “inefficienze” e “situazioni tipiche da scioglimento” ci sono state. Ma ci si è fermati un passo prima, come se qualcuno, all’ultimo momento, avesse detto: “Fermatevi qui”.
Perché? Perché la scelta non è stata tecnica, ma politica. Una gestione “pilatesca”, comoda per chi deve mantenere gli equilibri, scomoda solo per chi paga le conseguenze: i cittadini di Giugliano.
Terranostranews: lo abbiamo detto per primi, lo ripetiamo oggi
Quando nessuno ne parlava, noi lo scrivevamo. Quando si faceva finta che tutto fosse “regolare”, noi mettevamo nero su bianco ciò che molti pensavano e pochi osavano dire. Il Comune andava sciolto.
La commissione andava inviata mesi prima, quando le inchieste erano in corso. Il decreto andava firmato prima del voto, quando c’erano i tempi tecnici. E soprattutto, non si può nascondere la verità sotto il tappeto con scuse burocratiche costruite a tavolino.
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