Prende forma in questa congiuntura, offuscata dall’incertezza sulle cifre finali degli aiuti al settore edilizio, il Def che il Consiglio dei ministri si appresta ad approvare nelle prossime ore. Con i dati mensili dell’Enea che certificano detrazioni maturate finora col superbonus per 122,24 miliardi a fine marzo, un numero che continua a crescere e il cui saldo finale è visto salire sopra i 210 miliardi.
Quegli aiuti nati nell’emergenza pandemica, sul fronte della crescita, hanno dato una spinta al rialzo, consentendo, assieme alle ultime statistiche in miglioramento sull’economia italiana, di mantenere intorno all’1% la crescita del Pil che verrà scritta nel Def per il 2024. Crescita poco distante dall’1,2% della Nadef dello scorso autunno, anche se superiore ai numeri indicati da Banca d’Italia, Fmi e Commissione europea.
Il grosso del deficit da bonus edilizi, poi, si sarebbe scaricato sul 2023 (al 7,2% del Pil la stima più recente), e il documento in arrivo manterrebbe la stima 2024 grosso modo sui livelli indicati nella Nadef al 4,3%, con un debito appena sotto il 140% del Pil contro il 140,1% indicato nella Nadef.