I risultati dell’Invalsi ci dicono che nelle regioni dove si é tenuto chiuse le scuole più a lungo vi é stato un arretramento d’apprendimento sia in Italiano che in matematica. Le regioni Campania e Puglia dove le scuole sono state chiuse più delle altre regioni d’Italia sono risultate le ultime su tutto il territorio nazionale in termine di apprendimento in italiano e matematica. Quindi le scelte pur legittime dei governatori De Luca e Emiliano di tener chiuse le scuole più delle altre regioni hanno acuito ancor più il divario fra nord e sud. Era prevedibile che ciò succedesse, al sud più di 200 mila alunni non hanno potuto seguire le lezioni a distanza perché interi territori sono sprovvisti di rete internet, realtà che si riscontra anche nel nostro territorio dove zone come San Rocco e Sa Marco hanno una ricezione internet molto blanda.
A tutto ciò si aggiunge il disagio economico e sociale dilagante nella maggior parte delle famiglie. Mantenere ancora la DAD per l’anno prossimo scolastico significherebbe arrivare a un punto di non ritorno nel relegare quale fanalino di coda la cultura nel sud e con essa anche lo sviluppo socio economico che non può prescindere da un alto livello intellettuale. La DAD é fare scuola nell’emergenza ma non può essere scuola intesa come condivisione, relazione ed empatia che sono i predisposti basilari per un apprendimento attivo che porti alla crescita del futuro cittadino. A settembre bisognerà attuare tutte le strategie per mantenere aperte scuole anche con l’obbligatorietà della vaccinazione del personale tutto della scuola, e aumentando l’organico di fatto, eliminando l’organico Covid che non é servito a nulla ed é stato solo uno sperpero di risorse economiche che potevano essere impegnate nell’allargare la messa in ruolo dei tanti precari della scuola. A settembre scuole aperte in sicurezza e governatori attenti al futuro culturale delle future generazioni del sud, altrimenti l’ annoso problema della questione meridionale non troverà più soluzione e il sud troverà la tombale e definitiva sepoltura culturale, sociale economica.
Miche Izzo.
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