Inchiesta Pip, Galeota, Palazzo Merolla (parte sei): le contestazioni dei magistrati all’ex dirigente Santelia

0
3.447 Visite

Politica e camorra, gli affari immobiliari e le operazioni, come il Pip, finite nel mirino della Procura di Napoli e che hanno portato all’emissione delle misure nei confronti di tre indagati, Bertini, Santelia e Simeoli Angelo. Nei passaggi che seguiranno i magistrati inquirenti si soffermeranno, in particolare, sulla figura di Armando Santelia, ex dirigente dell’ufficio tecnico di Marano.

Ecco cosa scrivono e ricostruiscono i magistrati napoletani.

Le condotte illecite di SANTELIA Armando in relazione alla gara del PIP.
Altro segmento di rilievo espressivo delle condotte illecite poste in essere da BERTINI
Mauro e SANTELIA Armando in relazione alla vicenda del PIP di Marano, è il falso consumato da Santelia nella procedura di assegnazione della concessione aggiudicata ai
CESARO.

Come detto, tutti gli atti a base della gara sono stati prodotti da SANTORO Nicola,
nominato dall’allora Sindaco BERTINI Mauro, il quale affiancava il R.U.P., architetto
SANTELIA Armando, all’epoca dirigente del settore LL.PP. e poi dirigente dell’intera Area
Tecnica del comune di Marano, che curava la procedura di appalto pubblico in trattazione.
In sede di iterrogatorio rso il 30.05.2016 SANTELIA Armando, riferiva di avere subito
pressioni, in relazione all’espletamento della gara d’appalto, solo da SANTORO Nicola,
indicato quale tecnico di fiducia dei CESARO, e da Mauro BERTINI il quale teneva a che
la concessione venisse assegnata:
“omissis… A.D.R.: come già le ho detto le uniche pressioni che ho ricevuto per la gara del
P.I.P. erano da parte di SANTORO che era il tecnico dei CESARO e da parte
dell’amministrazione di Marano nella persona del signor BERTINI che ci teneva che la
gara andasse avanti….omissis”.

Il rapporto fiduciario – rectius di complicità – che intercorreva tra SANTELIA Armando e
BERTINI Mauro, emerge sia dai dialoghi intercettati dal ROS sia dalle connessioni del
predetto tecnico con i SIMEOLI, come attestano i procedimenti giudiziari che li vedono
coinvolti entrambi. Le indagini del ROS poste a base dell’ordinanza n. 228/17, ripercorrendo le fasi di espletamento della procedura di gara del PIP, hanno accertato che la procedura di gara era avvenuta attraverso una licitazione privata e, nei tempi previsti dal bando, erano giunte due richieste di invito ovvero quella protocollata al numero 25689 del 12.10.2004, ed inerente la ditta CESARO COSTRUZIONI GENERALI di Sant’Antimo, nonché quella protocollata al numero 25888 del 13.10.2004, presentata dalla ditta GIUSTINO
COSTRUZIONI s.p.a. di Napoli.

In data 14.10.2004, con nota n. 25936, l’Ufficio Protocollo, in persona del dipendente
PRINCIPE Flora, trasmetteva al Settore Lavori Pubblici – il cui dirigente era SANTELIA
Armando – le predette missive con attestazione di tempestivo pervenimento.
La documentazione veniva prontamente visionata e valutata dai preposti alla procedura di
gara, SANTELIA Armando, in qualità di R.U.P., e SANTORO Nicola, in qualità di
assistente al R.U.P. Dalla consultazione degli atti acquisiti dai militari del ROS è emerso che i predetti ‘funzionari’ non fecero alcun controllo sulla produzione dei CESARO mentre l’altra
potenziale concorrente, la ditta GIUSTINO COSTRUZIONI s.p.a., impresa partenopea
nota per essere da sempre attiva nel settore dell’edilizia tanto da avere partecipato alla
realizzazione di importanti opere edili (su tutte la metropolitana di Napoli), fu “stranamente” destinataria di richieste e approfonditi accertamenti.

A seguito delle integrazioni richieste la ditta GIUSTINO COSTRUZIONI S.P.A e la ditta
CESARO S.R.L. COSTRUZIONI GENERALI venivano invitate a prendere parte alla
licitazione privata per l’appalto del P.I.P. con indicazione dell’importo a base d’asta pari ad
euro 39.814.000,00 e del termine delle ore 12:00 del 22.03.2005 per presentare le offerte,
a pena di nullità, presso l’ ufficio Protocollo Generale del Comune di Marano.
Nel termine previsto dal bando presentava offerta la sola ditta CESARO S.R.L.. Ed infatti,
tra i documenti acquisiti presso il Comune di Marano di Napoli veniva rinvenuta una missiva dell’ufficio di Protocollo del Comune di Marano, priva di protocollo, datata 23.3.2005 nella quale si trasmetteva e si attestava che entro i termini previsti dall’invito (le
ore 12:00 del 22.3.2005) era pervenuta una sola offerta ovvero quella della ditta dei
CESARO, protocollata al n. 7754 del medesimo 22.3.2005, ultimo giorno utile. Già dalla visione del documento in questione emergevano palesi incongruità rispetto all’analoga lettera/attestazione con la quale lo stesso Ufficio Protocollo il precedente

14.10.2004 aveva trasmesso i plichi contenenti la manifestazione di interesse delle due
ditte partecipanti alla procedura di gara. In particolare, la prima missiva recava il timbro, con il relativo numero progressivo, del protocollo assegnatole nel registro conservato presso l’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Marano di Napoli, nonché il bollo d’ufficio in calce, mentre la seconda, oltre ad essere priva del bollo d’ufficio, era priva di tale registrazione al protocollo generale.

Secondo gli investigatori, dunque, mentre l’una era stata effettivamente formata e
registrata nella data riportata dall’Ufficio Protocollo, l’altra non era stata oggetto di tale
registrazione e pertanto non era possibile verificare la data di redazione, né tanto meno la
sicura provenienza dall’Ufficio Protocollo.

Inoltre, le missive riportavano in calce le firme di PRINCIPE Flora, dipendente dell’Ufficio
Protocollo, ma risultavano palesemente difformi l’una dall’altra.
Veniva altresì rilevato che il primo documento era stato redatto a mano su carta intestata
mentre il secondo al computer; ed ancora, il timbro lineare dell’Ufficio Protocollo era
totalmente differente sui due atti.
I sospetti della P.G. venivano confermati dall’apparente firmataria della seconda lettera,
PRINCIPE Flora.

In data 3.2.2016 PRINCIPE Flora veniva sentita a sommarie informazioni e dopo aver
chiarito di essere tuttora dipendente dell’Ufficio Protocollo del Comune di Marano di
Napoli, disconosceva la firma apposta in calce alla missiva/attestazione del 23.3.2005, e
concludeva per la falsità di tale documento evidenziando anche l’assenza dell’etichetta del
protocollo meccanizzato, nonché la redazione al computer dell’atto mentre lei, all’epoca,
scriveva solo a mano.
Il funzionario, poi, chiariva la procedura utilizzata dal proprio ufficio per la raccolta, la
registrazione e la trasmissione all’ufficio preposto per la gara dei plichi contenenti le offerte
provenienti dalle ditte partecipanti ed in particolare evidenziava che:
– l’ufficio responsabile della gara di appalto comunicava, trasmettendo un’apposita
cartellina/raccoglitore al Protocollo comunale, gli estremi della gara ed i termini previsti
dal bando per il pervenimento delle offerte;
– l’ufficio protocollo, ricevuta la predetta cartellina, provvedeva a registrare al protocollo
comunale, appena giunte, le offerte delle ditte partecipanti, inserendole all’interno della
cartellina/raccoglitore;
– scaduti i termini previsti dal bando, l’ufficio Protocollo redigeva una missiva di
trasmissione, anche questa registrata al protocollo comunale, della
cartellina/raccoglitore e dei relativi plichi in essa contenuti. Tale missiva era una sorta
di distinta che attestava i dati di registrazione delle singole offerte al registro di
protocollo Generale.

Si riportano le dichiarazioni rese da Principe Flora:
“omissis…
ADR: lavoro all’ufficio protocollo del Comune di Marano di Napoli dal 1983 ad oggi, salvo
brevi periodi in cui sono stata assegnata all’ufficio migratorio del medesimo Comune.
ADR: dal gennaio del 2005 al giugno del 2005 prestavo sicuramente servizio presso
l’ufficio protocollo del comune di Marano di Napoli.
ADR: fino al primo gennaio del 2005 la registrazione del carteggio in entrata ed in uscita
avveniva mediante la compilazione dei registri manuali. Dal primo gennaio del 2005 è
cambiata la procedura e la registrazione avveniva mediante protocollo informatico.

ADR: vi spiego la procedura di registrazione della posta in entrata al protocollo. Nel
momento in cui arriva il documento in entrata si inserisce nel registro informatico i dati del mittente, l’oggetto e l’ufficio assegnatario della pratica. Il programma informatico
assegnava automaticamente un numero di protocollo e la data. Preciso che ogni
dipendente ha un proprio codice operatore e password per accedere al programma. Dopo
l’inserimento dei dati al registro informatico il programma rilascia un’etichetta. Tale
etichetta riporta i dati del comune di Marano, il mittente della lettera, il numero di protocollo assegnato dal registro informatico e la data. Tale etichetta viene applicata sul documento e poi lo stesso documento viene inserito nell’apposita cartella per essere smistato all’ufficio competente.

ADR: i documenti in entrata venivano inseriti nelle cartelle dopo la registrazione senza
lettera di trasmissione del protocollo in quanto eravamo oberati di lavoro. Preciso che nel
caso l’ufficio ricevente ritenesse non avere la competenza per la trattazione del
documento lo restituiva all’ufficio protocollo con una propria nota scritta. Ad ogni modo per
documenti più delicati quali attestazioni per offerte gare ed altra documentazione attinente
tali aspetti venivano trasmessi agli uffici competenti del comune con lettera di
trasmissione.

ADR: da gennaio 2005 a giugno 2005, ma comunque anche fino ad oggi, non è mai
esistito un vero a proprio responsabile dell’ufficio protocollo. Di solito facevano riferimento
a me in quanto impiegata più anziana dell’ufficio. Tuttavia il riferimento formale dell’ufficio
è il dottore Luigi DE BIASE (non indagato, ndr), che è responsabile dell’area amministrativa e degli affari
generali.

ADR: nel caso in cui una corrispondenza proveniente da un ente o una persona esterna al
Comune giungeva ad un ufficio diverso da quello del protocollo tale ufficio era tenuto a
trasmettere i documenti pervenuti all’ufficio protocollo del comune per procedere alla
registrazione degli stessi come vi ho spiegato in precedenza.

Si dà atto che a questo punto viene mostrata a PRINCIPE Flora una nota recante
nell’intestazione “COMUNE DI MARANO DI NAPOLI – PROVINCIA DI NAPOLI –
UFFICIO PROTOCOLLO” datata 23/03/05 ed ancora “OGGETTO: TRASMISSIONE
OFFERTA PER LICITAZIONE PRIVATA PER L’AFFIDAMENTO DELLA
CONCESSIONE PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E GESTIONE
FUNZIONALE ECONOMICA DEL PIANO DEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI” la
quale costituisce l’allegato n. 9 del verbale di acquisizione documenti redatto da
questo ufficio in data 25.01.2016 ed effettuato presso l’Ufficio Tecnico del Comune
di Marano di Napoli.

ADR: dopo aver preso visione della nota che mi mostrate vi dico da subito che
ritengo tale documento un falso. Infatti vi dico da subito che la firma apposta in
calce non è la mia anche se è firmato Flora PRINCIPE in quanto è palesemente
difforme dalla mia. Inoltre il documento è privo di numero di protocollo ed è redatto
al computer cosa che alla data del documento stesso io invece facevo a mano. Vi
aggiungo che tali tipi di attestazione, ovvero quelli inerenti le gare d’appalto, ero
solita conservarle, attesa la delicatezza della materia, in un mio archivio personale
che vi mostro senza alcuna remora e tale attestazione che mi avete mostrato non è
presente tra i documenti che ho conservato in copia.

Si dà atto che PRINCIPE Flora mostra agli operanti una cartella di colore rosa
recante la dicitura “elenchi iter anno 2005” e contenente diversa documentazione
dattiloscritta redatta per ragioni dell’ufficio dove la medesima PRINCIPE presta
servizio. Si da atto che da una consultazione di tali documenti non è presente copia
dell’attestazione che è stata mostrata precedentemente a PRINCIPE Flora. Inoltre si
da atto che spontaneamente PRINCIPE Flora fornisce in copia un’attestazione
redatta in quel periodo per consentire un raffronto con quella in possesso agli
operanti la quale costituisce parte integrante del presente verbale.

ADR: posso ipotizzare, in relazione all’esistenza dell’attestazione che mi avete
mostrato e che ribadisco essere falsa che, all’epoca dei fatti, mi fu chiesto di
redigere tale attestazione ma io verosimilmente non l’ho fatto in quanto non avevo
tutti gli elementi per poterla redigere. Mi spiego quando veniva indetta una gara
d’appalto nel periodo di ricezione delle offerte di solito gli uffici competenti mi
mandavano una cartella contenete i seguenti dati: data di scadenza del bando;
l’oggetto e chi era l’ufficio che doveva essere assegnatario dell’incartamento.
Questo perché erano pratiche delicate ed andavano seguite con più attenzione. Tali
dati all’epoca non mi furono inviati e pertanto io credo che mi fosse stato richiesto
di attestare quanto contenuto nel documento ed io probabilmente mi rifiutai.
Preciso che nella mia cartella personale dove conservo copie dei documenti in
questione non vi è alcuna attestazione riguardante le offerte per la gara d’appalto
per il PIP di Marano di Napoli.

ADR: ci sono alcune comunicazioni interne agli uffici del Comune di Marano di Napoli le
quali non vengono solitamente protocollate. Tali documenti sono richieste di permessi,
domande di ferie e cose di poco conto. In ogni caso un tipo di documento come quello che
mi avete mostrato ovvero un’attestazione per una gara d’appalto deve necessariamente
passare dall’ufficio protocollo e quindi soggetto a registrazione. Pertanto vi ribadisco che
su tale documento doveva essere apposta l’etichetta del protocollo informatico di cui vi ho
parlato in precedenza.…omissis”

Le dichiarazioni rese da PRINCIPE Flora (non indagato, ndr) in merito alla procedura con la quale l’ufficio
Protocollo veniva informato dei termini relativi alle gare d’appalto, venivano confermate
anche da SQUARZONI Luigi Massimiliano (non indagato, ndr), geometra, in servizio presso l’U.T.C. di Marano di Napoli, il quale aveva svolto le funzioni di segretario verbalizzatore della
commissione di gara per il P.I.P., e che in data 7.4.2016 veniva escusso in merito dalla
P.G.. Appariva palese, quindi, che la procedura di gara era stata svolta secondo le modalità
consuete fino alla fase in cui aveva manifestato il proprio interesse sull’appalto P.I.P.
anche la ditta dei GIUSTINO.
Proprio quest’ultima disponibilità aveva creato, invero, una situazione non prevista tanto
da indurre il R.U.P., SANTELIA Armando, ed il suo assistente, SANTORO Nicola a
derogare alla normale procedura per mantenere il “controllo” sulle offerte che sarebbero
giunte dalle due ditte invitate alla gara in modo da poter sempre e comunque favorire
l’aggiudicazione dell’appalto alla ditta dei CESARO.
In tal senso:
– l’Ufficio Protocollo non aveva ricevuto l’invio della cartellina/raccoglitore delle offerte di
gara da parte dell’UTC;
– era stata falsificata la missiva/attestazione in cui si affermava che l’unica offerta
pervenuta nei termini era quella dei CESARO.
L’individuazione del responsabile della falsificazione della predetta missiva veniva affidata
ad consulente calligrafo nominato dal PM 29 che concludeva:
“All’esito dell’analisi preliminare condotta sugli scritti in comparazione, è emersa l’apocrifia
della sottoscrizione in verifica ad apparente nominativo “A Principe” e numerosi elementi di
corrispondenza con la scrittura del sig Armando Santelia, sotto il profilo del cinetismo dei
personalismi grafici, dei collegamenti interletterali, degli slanci esecutivi, dello scatto
basale, tanto da far ritenere che sia riferibile all’alveo scrittorio del sig. Santelia.”
29 Vogliate procedere alla comparazione della firma apposta agli atti del 23.3.2005 disconosciuta dalla sig. Flora Principe, con le scritture di comparazione autografe della sig Principe ed a firma del sig Santelia Armando, per stabilire se la predetta sottoscrizione in verifica sia riferibile allo stesso.

Invero lo stesso SANTELIA prima nelle dichiarazioni del 4.5.2016 e poi nell’interrogatorio
del 30.5.2016 ammetteva di avere apposto sul documento la firma della PRINCIPE,
affermando che per mera dimenticanza non era stato avvisato, come prassi, l’ufficio
protocollo comunale della procedura di appalto del P.I.P. e pertanto, al fine di non inficiare
la gara e procurare nocumento al medesimo Ente, aveva formato la falsa attestazione
rinvenuta e sequestrata dalla P.G..
Come anticipato, a precisa domanda su eventuali pressioni subite per la procedura di
gara, riferiva di averle ricevute da SANTORO Nicola (deceduto), indicato come tecnico dei
CESARO e dall’allora Sindaco Mauro BERTINI.
Orbene, il comportamento di SANTELIA Armando e gli espedienti utilizzati per pilotare la
gara d’appalto in favore dei CESARO, sono chiaramente frutto di un accordo certamente
con BERTINI Mauro, con il quale agiva in tandem in diversi affari di camorra.
La consapevolezza di SANTELIA di avere agito in funzione degli accordi criminali sanciti
con i POLVERINO/SIMEOLI si rileva nitidamente dal contenuto delle intercettazioni a suo
carico, già riportate nell’o.c.c. n. 228/17.
SANTELIA, infatti, ignorava che tra la data della convocazione e quella della sua
escussione ad opera della P.G., i suoi dialoghi erano intercettati e ciò ha consentito di
chiarire che lo stesso era perfettamente complice dell’illecita strategia per garantire
l’affidamento ai CESARO dell’appalto per la realizzazione del PIP, anche ricorrendo alla
predisposizione di atti pubblici falsi.
In data 30.3.2016, a bordo dell’autovettura BMW X5, in uso al
SANTELIA veniva registrata una lunga conversazione tra lo stesso ed un uomo non
identificato in cui il primo dopo avere informato il suo interlocutore della notifica dell’invito a comparire, rammentava il ruolo da lui ricoperto in relazione alla procedura di
aggiudicazione per il P.I.P. di Marano di Napoli.
All’uopo, dopo aver argomentato tra l’altro che gli atti prodromici all’aggiudicazione
dell’appalto, tra cui lo studio di fattibilità, erano stati affidati ad un tecnico esterno al
Comune, lo stesso SANTELIA già presupponeva che sarebbe stato indagato di falso
ideologico e materiale per gli atti formati in relazione alla gara d’appalto in argomento
auspicando invece di sfuggire ad un eventuale contestazione connessa al reato di
associazione mafiosa.
conversazione avente progressivo n. 836 registrata in data 30.03.2016, a partire dalle ore
08:29, a bordo dell’autovettura BMW X5, in uso ad Armando SANTELIA
– decreto n. 761/16 RIT della D.D.A. di Napoli;
Interlocutori:
SANTELIA Armando;
Uomo: non meglio identificato.
In auto Armando e un uomo n.m.i.
..omissis..
Si trascrive dalla posizione 00:14:31
SANTELIA Armando: (inc) a Marano.. (inc)..
UOMO N.M.I.: ti vai a fare una passeggiata la per vedere?!..
SANTELIA Armando: ma quello (inc) è una sciocchezza.. delle tappe mentali ..
che è stata fatta nel (inc) l’attività.. non mi ricordo 10 anni
fa io che cazzo ho fatto.. perchè poi l’operazione mia si ferma ad un certo punto.. (inc) questo affidamento a questo ingegnere esterno per fare lo studio di fattibilità del
progetto.. che fu approvato in giunta.. pubblicato e facemmo il bando di gara.. non mi ricordo se partecipò una o due ditte.. che formammo pure una commissione
esterna.. con una richiesta agli ordini professionali (inc).. io ho fatto la gara.. (inc) e non mi ricordo se ho fatto con l’atto mio di aggiudicazione.. poi me ne andai.. (inc)..

UOMO N.M.I.: rispondi sopra a quello che sai dire..
SANTELIA Armando: (inc) domanda e rispondi?!..
UOMO N.M.I.: e certo
SANTELIA Armando: (inc).. la tortura non la fanno più..
UOMO N.M.I.: la prima volta..
SANTELIA Armando: (inc. si sovrappongono le voci)..
UOMO N.M.I.: no sono più incisivi la prima volta.. perchè stai senza
avvocato.. poi dice nominatevi l’avvocato.. venite con
l’avvocato.. quando vai con l’avvocato scema tutto..
perchè quello che hanno fatto inizialmente.. non ha
nessun valore.. tu puoi dire tutte le cazzate di questo
mondo ora che vai.. successivamente.. quando andrai con
l’avvocato si parte da zero.. cioè.. quello in quella..
SANTELIA Armando: questa qua.. non è di magistrature l’indagine.. è un indagine dei carabinieri..
UOMO N.M.I.: sarà.. un maresciallo..
SANTELIA Armando: (inc)..
UOMO N.M.I.: quello se lo conosci.. le domande te le fa blande.. domande rispondi  e ti fa le battute.. se non lo conosci ti incomincia a fare l’interrogatorio del cazzo .. quello.. quello
è.. perchè pure a me mi è capitato.. quando li conoscete..

SANTELIA Armando: mi conviene andare a parlare con Giannettini (non indagato, ndr)…
UOMO N.M.I.: io ci sarei andato lo sai
SANTELIA Armando: (inc).
UOMO N.M.I.: scusa quello non stava la Giannettini?!.. o no?!..
SANTELIA Armando: no stava.. dove sta la Pastrengo..  a piazza Carità..
UOMO N.M.I.: va bene ma tra di loro si conoscono.. hai capito?!.. (inc) niente di..
SANTELIA Armando: (inc)..
UOMO N.M.I.: non è perchè..
SANTELIA Armando: non perchè voglio (inc) ma secondo vuoi cosa può essere?!..

UOMO N.M.I.: giusto per avere un’idea.. per farmi un’idea perchè sono
un po’ all’oscuro.. sono in balia delle onde.. visto che le
procedure sono state tante.. i procedimenti sono  stati tanti
non so manco io dove.. dove parare in questo momento..
pure per avere una preparazione psicologica.. più che
altro.. glielo puii andare a dire quello è un buon uomo si mette a disposizione..

SANTELIA Armando: (inc)
UOMO N.M.I.: come pure.. come pure quando..
SANTELIA Armando: (inc) stai scherzando?.. sta ancora più in apprensione..
(inc) sto più tranquillo se non vieni (ndr sta parlando di Maria Coppola, non indagata, ndr).. no io sto calma;.. stava più preoccupata
di me ieri sera ..la vuoi finire di stare preoccupata.. ma se
ti succede qualcosa?!.. ma che mi deve succedere;.. che
mi succede?!..
UOMO N.M.I.: un rinvio a giudizio
SANTELIA Armando: non è un indagine che ci sta un GIP.. (inc) è solamente
UOMO N.M.I.: a limite.. può
SANTELIA Armando: (inc)  un avviso di garanzia..
UOMO N.M.I.: eh!!..
SANTELIA Armando: per che cosa fammi capire?!.. ho fatto una gara (inc)
UOMO N.M.I.: non ..
SANTELIA Armando: un procedimento.. quello alla fine cosi va a finire..
sicuramente.. proprio a giustificare il procedimento che è
stato fatto.. poi un’altra cosa.. l’assoluzione dopo (inc)
anni.. (inc)..
UOMO N.M.I.: ma non hai capito..
SANTELIA Armando: quello.. i soldi che se ne vanno..
UOMO N.M.I.: ma già ora.. già su queste indagini che stanno facendo..
per quello che ho capito.. già stanno fuori termine.. di
quale anno stai parlando?!..
SANTELIA Armando: (inc) è partito nel 2004..
UOMO N.M.I.: e ammesso e non concesso.. quando l’hanno chiuso.. ma
quello secondo me sono i sviluppi che hanno avuto..

SANTELIA Armando: (inc)
UOMO N.M.I.: e quando è successo?!..
SANTELIA Armando: sono due anni..
UOMO N.M.I.: e allora.. perchè sicuramente.. sta andando in prescrizione
pure questo.. levatelo dalla testa.. questi vanno tutti in
prescrizione.. alla fine..

SANTELIA Armando: (inc) è giustificato (inc) lo sfizio di dire quale abuso ho
fatto?.. un atto ufficiale.. un atto pubblico.. ma state scherzando?!..

UOMO N.M.I.: ma quello sempre falso in atto pubblico..  ti cercano di accusare..
SANTELIA Armando: falso ideologico..
UOMO N.M.I.: sempre falso in atto pubblico.. falso ideologico.. sempre le solite cose..

SANTELIA Armando: ma l’associazione mafiosa pure è (inc)..
UOMO N.M.I.: eh! associazione.. quando non li conosci che ti fanno?!.. come fanno?!.. l’associazione..
SANTELIA Armando: l’associazione mafiosa..
UOMO N.M.I.: l’associazione..
SANTELIA Armando: questa qua (inc) tutti i termini.. tutti i termini..
UOMO N.M.I.: ma l’associazione la possono dare solo.. se ci sono dei
contatti.. con questa gente.. tu hai avuto contatti?! e
allora.. quelli possono dire.. l’associazione.. ma se non ci
stanno contatti come cazzo la danno?!..

SANTELIA Armando: vado dritto (inc)..
UOMO N.M.I.: si si vai di qua.. potevamo andare pure di la.. va bene vai di qua.. ..omissis..

E dunque, le preoccupazioni di SANTELIA Armando, alla luce dei collegamenti accertati
con i SIMEOLI e del suo ruolo di “uomo di fiducia” di BERTINI Mauro, consentono di
evidenziare come lo stesso si sia prestato consapevolmente, con le modalità illecite sopra
descritte, affinchè venisse assegnata la concessione ai CESARO ed ai loro soci occulti.
Che SANTELIA avesse agito su input di BERTINI Mauro e nella consapevolezza dei
complessivi accordi illeciti, lo si rileva altresì dalla circostanza che in data 25.5.2016,
dunque qualche giorno prima dell’interrogatorio reso a questo Ufficio in qualità di indagato,
lo stesso SANTELIA, a bordo dell’autovettura BMW X5 a lui in uso e monitorata
dalla P.G. 30 , si recava presso l’abitazione/masseria di BERTINI Mauro, ubicata in via
Firenze n. 12/B di Villaricca dove giungeva alle ore 08:16 circa. SANTELIA, recatosi sul
posto da solo, si tratteneva in tale luogo sino alle ore 08:45 successive allorquando si
allontanava a bordo dello stesso veicolo con il quale era giunto 31 .
La circostanza che SANTELIA si fosse recato da BERTINI Mauro in relazione alla
vicenda del PIP ed in conseguenza delle indagini nel frattempo avviate in quel periodo
temporale, veniva confermata dall’interrogatorio reso l’1.6.2017 dallo stesso BERTINI il
quale, sollecitato dal P.M. e solo dopo tale sollecitazione, forniva la seguente versione
dell’incontro:

omissis… A.D.R.: SANTELIA non mi ha mai infonnato del falso nella presentazione
dell’offerta dei CESARO per il P.I.P .. Ne saprei darmi una spiegazione sul perché lui o
qualcun altro lo abbiano potuto commettere. Aggiungo che SANTELIA, da quello che mi
consta, non avesse rapporti con i CESARO. In relazione ad eventuali rapporti con
esponenti della criminalità organizzata non mi risulta direttamente che il SANTELIA li
avesse, ma non le nascondo che esistevano delle voci in tal senso.

A. D.R.: ribadisco che non fui io a dare mandato al SANTELIA o a chiunque altro per
effettuare il falso in questione.

A.D.R.: ho incontrato il SANTELIA dopo che lo stesso aveva conferito con i carabinieri
sulla questione del falso. In particolare ricordo che mi venne a trovare a casa e ci tenne a
precisarmi che non era stato lui sebbene il falso vi fosse. Dopo l’incontro con
SANTELIA, dovendo presentare degli atti all’ufficio protocollo del comune di Marano,
parlai della vicenda con PRINCIPE Flora la quale nel ribadirmi lo svolgimento dei fatti
mi confermò, come detto in precedenza, che all’epoca non ebbe a riferirmi nulla in
merito a quanto accaduto in occasione della presentazione delle offerte di gara del
P.I.P..

A.D.R.: prima della circostanza che le ho raccontato erano anni che non vedevo
SANTELIA Armando di persona e nemmeno ho avuto rapporti telefonici nel recente
periodo. Infatti mi sorpresi molto della visita ricevuta dal SANTELIA e quando gli chiesi
il motivo per cui mi aveva fatto visita dopo tanti anni, lo stesso esordì raccontandomi
l’interrogatorio che aveva sostenuto innanzi ai Carabinieri. Nel corso dell’incontro oltre a raccontarmi dell’interrogatorio subito, SANTELIA ed io non ci siamo soffermati sugli
eventuali interessi che vi fossero dietro la realizzazione del falso in
questione….omissis.”

Va da se che l’incontro tra SANTELIA Armando e BERTINI Mauro, organizzato senza
alcun contatto telefonico preliminare ed ammesso da BERTINI in data 1.6.2017 solo su
sollecitazione del PM, evidenzia come i due complici, in previsione dell’interrogatorio del
SANTELIA che di lì a qualche giorno si sarebbe svolto, avevano la necessità di
confrontarsi su quale versione fornire agli inquirenti. La circostanza in esame è facilmente rilevabile dalla lettura del verbale di interrogatorio del 30.5.2016 nei confronti dell’architetto SANTELIA laddove questi, a domanda di questo P.M., riferiva falsamente che erano un paio di anni che non incontrava BERTINI Mauro evitando di menzionare l’incontro avvenuto pochi giorni prima.

Le ulteriori vicende illecite che legano BERTINI Mauro e SANTELIA Armando ai cugini SIMEOLI. I rapporti illeciti alla base del coinvolgimento di BERTINI Mauro e SANTELIA Armando nella vicenda del PIP di Marano, trovano ulteriore conferma in vicende risalenti allo stesso periodo temporale, alcune delle quali già oggetto di accertamento giudiziario, che confermano che le condotte di BERTINI e SANTELIA fossero frutto di un consolidato
meccanismo finalizzato a favorire gli interessi del clan Polverino e segnatamente degli
imprenditori SIMEOLI, Antonio ed Angelo, che rappresentavano il braccio operativo di
quel consesso camorristico.

Già nella parte introduttiva dell’odierna mozione cautelare, sono state indicate le vicende
giudiziarie per le quali SANTELIA Armando è stato imputato, poi prescritto, unitamente a
SIMEOLI Antonio, alias Ciaulone. Analogamente è stato riportato il materiale probatorio, principalmente intercettazioni a carico di DI GUIDA Antonio, che consentono di collegare le condotte illecite di SANTELIA quale frutto di un accordo consolidato tra i SIMEOLI, BERTINI Mauro e lo stesso SANTELIA. Il meccanismo politico criminale strutturato dai predetti si è materializzato in speculazioni edilizie, che, analogamente a quella del PIP, vedono protagonisti SIMEOLI Angelo, detto Bastone, Antonio, detto Ciaulone, BERTINI e SANTELIA e nelle quali è agevole cogliere lo sfondo camorristico corruttivo.

Le speculazioni di Case Criscio e Casalanno. Che fossero speculazioni edilizie riferibili e riconducibili a POLVERINO Giuseppe lo riferiva già il pentito DI LANNO Biagio al quale venivano mostrati i fabbricati di via Casalanno e di via Case Criscio – via Marano-Pianura[ipotesi di di illecito rilascio di concessioni edilizie per le quali – come su detto- sono stati imputati SANTELIA e SIMEOLI Antonio]. DI LANNO li riconosceva come costruzioni di Antonio Ciaulone che – in quanto “riferibili a POLVERINO Giuseppe” – erano esentate dalla pressione estorsiva:

Le predette operazioni immobiliari, eseguite con reiterate e plurime violazioni della
normativa sull’edilizia e con la compiacenza di tecnici del comune di Marano di Napoli tra
cui l’allora dirigente dell’UTC SANTELIA Armando riguardavano appunto la
ristrutturazione di fabbricati ubicati nel territorio comunale da destinare a civili abitazioni.
Tali cantieri, nel frattempo sottoposti a sequestrati dall’A.G., risultavano ubicati:
− il primo in via Casalanno n. 17;
− il secondo in via Casalanno n. 19;
− il terzo in via Marano – Pianura, via Casa Criscio.
La lettura sistemica dei dati in trattazione consente di cogliere, anche per tali speculazioni,
la regia di BERTINI Mauro, sindaco al momento del rilascio delle predette concessioni in
dispregio della normativa vigente.

La speculazione della Masseria GALEOTA.

Espressione ulteriore del coinvolgimento criminale di BERTINI Mauro e SANTELIA
Armando nelle vicende speculative di interesse del clan Polverino é la realizzazione di un complesso edilizio composto da 27 appartamenti e 9 attività commerciali previa
demolizione e ricostruzione dell’originaria struttura edilizia denominata “Masseria
Galeota”.

L’intervento edilizio in esame, realizzato da SIMEOLI Angelo, detto Bastone, prende
origine da una D.I.A., con protocollo 21450 del 16.08.2004, contenente false attestazioni.
Nel caso di specie SANTELIA insieme ad altro dipendente dell’UTC di Marano,
NAPOLITANO Angelo, avallava il predetto intervento edilizio per il quale invece era
necessario un permesso a costruire comunque non rilasciabile perché incompatibile con il
PRG, giacché si trattava di un’area ricadente in zona E3, destinata esclusivamente a
insediamenti agricoli.
Per tale condotta, SANTELIA Armando, insieme a NAPOLITANO Angelo, SIMEOLI
Angelo (committente delle opere) e VITO Maurizio (direttore dei lavori) veniva imputato nel
procedimento penale n. 65439/04 32 per violazione degli artt. 44 DPR 380/01, 110-479, 32 32 SANTELIA Armando è stato coinvolto nel procedimento penale 65439/04 P.M. con le seguenti imputazioni:
1.in concorso con SIMEOLI Angelo, NAPOLITANO Angelo e VITO Maurizio:
a) reato p. e p. dall’art. 110 cp, 44 lett. b) dpr 380/01, per avere realizzato, in concorso tra loro, senza il prescritto permesso di costruire,
SIMEOLI Angelo quale committente dei lavori, VITO Maurizio, quale direttore dei lavori, SANTELIA Armando in qualità di dirigente del settore urbanistica del comune di Marano di Napoli e NAPOLITANO Angelo in qualità tecnico del settore urbanistica del comune di Marano, le seguenti opere in assenza di permesso di costruire e comunque in violazione delle previsioni di PRG: creazione di novo
complesso edilizio, composto da ventisette appartamenti e nove unità commerciali per un volume totale di 15.093,76 mc, mediante opere di demolizione e successiva ricostruzione di un originario complesso edilizio denominato “masseria Galeota”, costituito in
parte da ruderi, fabbricati abusivi e volumi insussistenti, con conseguente aumento di volumetria, modifica della sagoma pre-esistente nonché cambio di destinazione d’uso del manufatto da imobile ad uso agricolo a immobile destinato a uso residenziale e commerciale,
in violazione del PRG del Comune di Marano di Napoli in quanto l’area oggetto di interesse ricade in “zona omogenea agricola semplice E3”, destinata all’esercizio di attività agricole e connesse all’agricoltura ex art. 36 NTA, il tutto sulla base delle seguenti condotte
soggettive: il SIMEOLI, proprietario dell’area, commissionava i lavori a seguito della presentazione della DIA n. prot. 21450 del 16.8.2004; il VITO svolgeva il compito di direzione dei lavori giusta nomina versata in atti;
il SANTELIA e il NAPOLITANO, nel quadro dell’attività istituzionale di controllo ex art. 27 del TU 380/01 sulla regolarità formale della DIA, dopo avere – il primo quale responsabile dell’ufficio e firmatario dei provvedimenti e il secondo quale responsabile del
procedimento – sospeso la efficacia della DIA on ordinanza diffida del 21 ottobre 2004 n. 49, constatando la difformità dell’intervento a farsi con il PRG, e verificando la presenza di ruderi nello status quo ante, autorizzarono la prosecuizione dei lavori con ordinanza 60 del
22 dicembre 2004 senza che le condizioni fattuali e giuridiche venissero modificate, così permettendo la perpretazione dell’abuso.

Fatti commessi in Marano di Napoli, via San Rocco n. 274, fino al 29 giugno 2006.
2.In concorso con SIMEOLI Angelo e NAPOLITANO Angelo:
c) per il reato p. e p. dagli art. 110, 479 c.p., perché in concorso tra loro, il SIMEOLI quale determinatore e soggetto interessato, il
NAPOLITANO in qualità di funzionario del settore urbanistico del comune di Marano e, nello specifico, responsabile del procedimento, il SANTELIA in qualità di dirigente del settore urbanistica del comune di Marano di Napoli, nell’ambito del procedimento amministrativo di controllo ex ar. 27 del DPR 380/01 della D.I.A. n. prot. 21450 del 16.8.2004 presentata da SIMEOLI Angelo per i lavori di ristrutturazione dell’edificio – mediante demolizione e ricostruzione – sito in Marano di napoli, via San Rocco n.274/A, attestavano nella parte motivata dell’ordinanza n. 60 del 22.12.2004 – con la quale era stata ordinata la sospensione dei lavori – fatti non corrispondenti al vero, segnatamente che la richiamata ordinanza n. 49 aveva disposto la sospensione dei lavori per la sola incompletezza della documentazione relativa alla suindicata D.I.A., così omettendo ogni riferimento alla incompatibilità con il PRG dell’intervento edilizio di cui alla D.I.A. e omettendo ogni riferimento a situazioni fattuali che non avrebbero consentito – in caso di compatibilità urbanistica dell’intervento con la zona di PRG – il ricorso alla procedura della DIA – non essendovi una rispondenza tra manufatto da abbattere e manufatto da ricostruire – tutti espressamente indicati nella ordinanza 49 nei seguenti termini: “i fabbricati indicati dalla DIA, oggetto dell’intervento di demolizione e ricostruzione, ricadono in zona omogenea agricola semplice E3 del vigente PRG di cui all’art. 36 delle NTA del PRG… che il grafico di cui alla tavola 4 rappresenta come esistenti porzioni di fabbricato in realtà interessate da crolli di parti strutturali… che tipologia e destinazioni d’uso degli spazi interni (…) risulta in parte incompatibile con le caratteristiche dei fabbricati in
zona E3 e con la loro destinazione urbanistica “ e ciò sulla base di relazione istruttoria emessa in pari data e a firma di entrambi.

In Marano il 22.12.2004.
3.in concorso con SIMEOLI Angelo e NAPOLITANO Angelo:
d) delitto di cui all’art. 110, 323 cp perché in concorso tra loro, il SIMEOLI quale determinatore e soggetto interessato, il NAPOLITANO
in qualità di funzionario dell’ufficio tecnico del comune di Marano di Napoli, con la specifica qualifica di responsabile del procedimento
nell’ambio del procedimento amministrativo relativo alla DIA n. prot. 21450 del 16.8.2004 presentata da SIMEOLI Angelo per lavori di
ristrutturazione dell’edificio – mediante demolizione e ricostruzione – sito in Marano di Napoli, via San Rocco n.274/A, il SANTELIA in
qualità di dirigente del settore urbanistica del comune di Marano di Napoli, a seguito di presentazione della DIA sopra menzionata dal
SIMEOLI diretta a realizzare un intervento di demolizione e ricostruzione di un manufatto, denominato “Masseria Galeota”,
internamente suddiviso in 27 appartamenti e 9 spazi commerciali, nonostante il manufatto preesistente, siccome rappresentato nella
DIA, presentasse le seguenti anomalie:
– il volume denominato n. 1 era rappresentato con una altezza a quota + mt 5,7 maggiore rispetto a quanto constatato con i rilievi
fotografici;
– il volume denominato n. 2 era rappresentato con una altezza maggiore rispetto a quanto constatato con i rilievi fotografici;
– i volumi denominati n. 3 e 4 del manufatto erano falsamente rappresentati con la copertura e uniti da ulteriore volume risultato essere
nella realtà inesistente;

Commessi in Marano di Napoli fino al 29.6.2006, all’esito del quale il
Tribunale di Napoli,pur riconoscendo la colpevolezza del SANTELIA e degli altri imputati,
ad eccezione della contestazione di cui all’art. 640 co 2, dichiarava i reati estinti per
intervenuta prescrizione, come da sentenza n. 5008/13 del 3.4.2013 (versata in atti).

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti