Via la protezione al vice di Cutolo. Il «pentito è ritenuto poco utile»

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epa04769309 A handout photograph made available by Brazilian Policia Federal on 26 May 2015, shows an alleged Italian mafia kingpin arrested by authorities in Recife, Pernanbuco, Brazil. In a statement, without identifying the arrested man, the Federal Police said that in a 'joint action with Interpol' arrested 'an Italian citizen, leader of a mafia' and 'sentenced to life imprisonment by an Italian court in 1991'. Brazilian media claimed that it is Pasquale Scotti, who is listed as one of Interpol's most wanted fugitives. EPA/POLICIA FEDERAL / HANDOUT EDITORIAL USE ONLY / NO SALES
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Non è stato ritenuto utile. Non sembra aver fornito quel contributo di novità e di efficacia processuale che viene richiesto a chi decide di collaborare con la giustizia. Valutazione sofferta ma determinata, quella della Procura di Napoli nei confronti di un personaggio diventato leggendario nella storia del crimine organizzato: parliamo di Pasquale Scotti, ex braccio destro di Raffaele Cutolo, per trent’anni latitante in Brasile, prima degli arresti della squadra mobile di Napoli.
Due anni e mezzo fa, Scotti aveva chiesto di collaborare con lo Stato, decidendo di pentirsi pochi mesi dopo il suo rientro in Italia. E a dicembre del 2016 – passati i canonici sei mesi offerti a chi decide di raccontare tutto alle istituzioni – era stata la Dda di Napoli ad accordare a Scotti un programma di protezione definitivo, con tanto di regime carcerario differenziato per ovvi motivi di sicurezza.

Due anni dopo, e siamo alla cronaca di queste ultime settimane, la storia sembra essere cambiata. Tanto da spingere la Dda a scrivere alla commissione centrale del Ministero dell’Interno, l’organo che sovrintende alla gestione dei collaboratori di giustizia, per ottenere la revoca del programma di protezione. Chiaro il ragionamento della Procura partenopea, alla luce di una serie di verifiche condotte in questi due anni, in relazione al materiale di conoscenze offerte da Scotti al tavolo delle indagini: nulla di particolarmente utile, nulla di decisivo per portare avanti processi a carico di soggetti attualmente in vita; per svelare retroscena di fatti legati a crimini passati o per chiudere i conti con capitali mafiosi sparsi per il mondo. Insomma, chi si aspettava una svolta significativa nel corso di indagini vecchie e nuove – visto anche il peso criminale dell’ex uomo di fiducia di Raffaele Cutolo, ai tempi della Nco – è rimasto deluso.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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