L’omicidio Gala, la sera del delitto De Fenza si recò dalla fidanzata: “Ho fatto un guaio, vieni con me a Ischia”

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Sono le ore 22 e 23 minuti dell’8 maggio del 2017 e Salvatore Gala, il gioielliere che da lì a pochi minuti sarebbe stato assassinato, arriva a bordo della sua autovettura nei pressi del negozio dove si sarebbe poi consumato il delitto. Meno di un minuto dopo, grazie alle immagini registrate dalle telecamere di un bar, si notano due soggetti arrivare a piedi da via Sconditi e giungere proprio nei pressi della gioielleria. Alle 22,56 un altro soggetto, a bordo di una Toyota Yaris, per gli inquirenti si tratterebbe di Santolo Chianese, l’amico di Maurizio De Fenza posto da ieri agli arresti domiciliari, si dirige nella gioielleria uscendovi un minuto dopo.

Tra le 22 e 47 e le 23 e 06 si notano, grazie ad altri filmati, alcuni registrati dalla filiale del Banco di Napoli, alcuni soggetti arrivare in via Sconditi e fermarsi davanti alla gioielleria e due autovetture, la Toyota Yaris di Chianese (difeso dall’avvocato Carlo Carandente Giarrusso) e una Daihatsu Cuore di colore grigio, appartenuta a Maurizio De Fenza, ritenuto uno dei killer del Gala, attraversare via Merolla. Nell’auto del De Fenza saranno poi ritrovati alcuni monili e parte della refurtiva sottratta con violenza al gioielliere.

Altri gioielli saranno invece rinvenuti a casa dello stesso De Fenza, meglio noto come ‘o Mamozio, arrestato pochi giorni dopo ad Ischia dove si era recato per tentare, mediante una sauna, di ripulirsi dai residui della polvere da sparo.

Interrogata dai carabinieri di Marano, che per un lungo lasso di tempo hanno seguito la vicenda, la fidanzata di De Fenza, Maria Russo, da ieri ai domiciliari per favoreggiamento, dichiarava che De Fenza, alle ore 23,50 dell’8 maggio, si era recato a casa di una zia della ragazza, dove era ospite da qualche giorno, e gli avrebbe riferito di aver “fatto un guaio. Vieni con me ad Ischia, là tanto qualcosa di soldi con me ce li ho. Alla mia negazione – riferì la ragazza ai militari – Maurizio se ne andò, non era agitato ma andava di fretta”.

Acciuffato in quel di Ischia poche ore dopo e condotto nella caserma di Giugliano, il De Fenza negava di aver commesso l’omicidio ma ammetteva: “Non ho sparato al gioielliere, ma non posso dirvi chi ha partecipato alla rapina con me”. Il 32 enne, tuttavia, si rifiutava di firmare il verbale redatto dalle forze dell’ordine.

Ancor oggi, anche alla luce degli ultimi provvedimenti giudiziari, non è possibile stabilire chi abbia realmente sparato a Gala. L’ipotesi più accreditata resta quello dell’esplosione di uno sparo a seguito di una colluttazione avvenuta nel negozio di via Merolla. Gala è morto, secondo quanto rilevato dall’esame autoptico, dopo esser stato attinto da un unico proiettile che lo ha colpito alla tempia. Gala, verosimilmente, si trovava dietro il banco della gioielleria ed è stato colpito da una persona che si trovava sul suo lato sinistro.

Un significativo contributo alle indagini è stato fornito da diverse intercettazioni telefoniche, trasmesse dalla Dda di Napoli che in quel periodo indagava su alcuni elementi del clan Orlando, tra cui Celeste De Fenza, fratello di Maurizio.

Grazie a quelle intercettazioni è stato possibile rilevare che la sera dell’8 maggio De Fenza Maurizio era in compagnia di Michele Battilomo, 31 enne di Quarto arrestato ieri e accusato di omicidio e rapina in concorso con il “Mamozio”.

E’ emerso inoltre che Celeste De Fenza (indagato per altro procedimento) nelle ore e minuti antecedenti all’omicidio, aveva contattato ripetutamente il fratello per intimargli, con tono secco e di rimprovero, di raggiungerlo il prima possibile a Marano. Emerge inoltre che la vittima conosceva benissimo il De Fenza Maurizio con il quale era solito consumare sostanze stupefacenti, cocaina, procurata da un terzo soggetto di cui si fa cenno nell’ordinanza di custodia cautelare.

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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