Il boss latitante della ‘ndrangheta, Vincenzo Macrì, figlio di Antonio (il cosiddetto «boss dei due mondi») e considerato il capo della cosca Commisso di Siderno, è stato arrestato a San Paolo del Brasile. L’arresto è giunto al termine di un’indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotta dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria con l’attività di raccordo svolta del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e dalla rete dell’Interpol.
Minniti: «Straordinario»
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha telefonato al capo della Polizia, Franco Gabrielli per complimentarsi dell’operazione. «L’arresto di Macrì è un’altra importantissima operazione contro la ‘ndrangheta che si aggiunge agli arresti di altri pericolosi latitanti operati di recente dal lavoro straordinario delle forze di polizia», ha commentato il titolare del Viminale.
Vincenzo Macrì, 52 anni, è stato localizzato e catturato da agenti della polizia brasiliana. L’uomo è figlio di Antonio Macrì, classe 1904, leader carismatico, soprannominato per la sua caratura criminale «boss dei due mondi», particolarmente influente anche oltreoceano (Canada e Stati Uniti), ucciso in un agguato a Siderno nel 1975, nell’ambito della prima guerra di ’ndrangheta.
Diretto a Caracas
Vincenzo Macrì, che negli ultimi anni si era stabilito ad Aalsmeer (in Olanda) dove gestiva gli interessi illeciti del sodalizio mafioso di riferimento, è stato rintracciato all’aeroporto di San Paolo del Brasile mentre era diretto a Caracas (Venezuela), dove viveva da qualche tempo utilizzando una falsa identità individuata proprio dagli investigatori della Mobile reggina e dello Sco.