Si chiamava Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, ma il re Ferdinando IV la chiamava con affetto e dolcezza “Lucia mia”. Dopo il matrimonio con l’ insopportabile, bisbetica Maria Carolina, sarà questa nobile siciliana ad allietare la vita del re nella maturità, negli ultimi anni. Dopo soli due mesi dalla morte di Maria Carolina il re, già affascinato dalla bellezza della nobile siciliana, la sposò. Lucia era vedova, ricchissima, aveva 42 anni e ben 8 figli; anche se il matrimonio morganatico non le dava diritto ad alcun titolo, anche se il futuro re Francesco era forse infastidito dalla sua presenza accanto al padre, la relazione sentimentale tra l’anziano re e Lucia fu molto intensa e tenera. Per dieci anni il re e la sua Lucia vissero a Napoli, fino alla morte di Ferdinando nel 1825. Per lei il re comprò la più bella Villa del Vomero, ben nota, la Villa Floridiana. Con la sua suggestiva fontana, il panorama mozzafiato, gli alberi e le siepi che delimitano i percorsi, i prati inglesi, la villa è in un parco che, nonostante le zone transennate, è un vero gioiello.
Al centro del parco il Museo Duca di Martina, ricco di bellissime ceramiche di Capodimonte. Questo insostituibile polmone verde protagonista di un quartiere un tempo residenziale, ma ora caotico per il traffico e l’affollamento dovuto soprattutto ai numerosi negozi, rimane una passeggiata silenziosa, godibile, tra natura e suggestioni di fine Ottocento, scorci di mare azzurro e storia. Prima tenuta del Principe Caracciolo di Torella, il parco e la villa furono poi acquistati da Ferdinando IV, e così fu ampliato il possedimento, con l’ acquisizione di proprietà limitrofe, e ristrutturato in stile neoclassico, secondo la moda dell’epoca. Gli appartamenti della duchessa e la collezione di oggetti della seconda metà dell’ 800 sono visitabili e noi immaginiamo la bruna duchessa, dalla carnagione candida, gli occhi neri e il portamento di una vera regina, aggirarsi ancora tra questi viali, che condensano l’ ordine geometrico del giardino all’ italiana con il gusto inglese per i prati ampi…un’atmosfera romantica che catturava la dama e cattura ancora oggi noi, che ci lasciamo alle spalle il fragore del mondo per cercare un fazzoletto di pace e tranquillità, o un segno dell’amore che legava Ferdinando a Lucia, tanto tenero che il re, quando scriveva alla moglie, si firmava “Il tuo affezionatissimo compagno che ti ama teneramente Ferdinando B.”.
© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews