Camorra, clan De Micco: al via l’esame dei testi

0
1.884 Visite

Il processo al clan De Micco, di Ponticelli, è in corso. È arrivato il momento dei testi cui fare le domande. In aula, oggi, erano presenti un perito che ha trascritto le intercettazioni telefoniche e due ispettori (La Penna e Luongo) della Squadra mobile sezione omicidi, il cui responsabile è Fausto Lamparelli. L’obiettivo degli inquirenti è confermare, quindi, i capi d’accusa della Dda di Napoli coordinata dai procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli.

Uno dei punti da cui parte il pm Francesco Valentini, titolare dell’inchiesta, è capire le relazioni tra i vari gruppi criminali e gli omicidi (gennaio 2013)  sia di Gennaro Castaldi che di Antonio Minichini. Il primo, tanto per ricordare, morì subito nel quartiere di Ponticelli; il secondo, invece, al Loreto Mare. Dal carcere di Novara, in videoconferenza, Salvio (al secolo Salvatore) De Micco; mentre in aula, della quarta sezione della Corte d’Assise, Gennaro Volpicelli; entrambi ritenuti esecutori materiali. Durante il confronto con l’ispettore della sezione omicidi della Questura, Vincenzo Luongo (principale teste) è stato ribadito che tra il clan D’Amico e quello dei De Micco non vi era alcuna alleanza; che, quindi – confermata la tesi – l’uccisione fu un favore al clan Cuccaro di Barra. Questo ultimo gruppo è nemico storico dei D’Amico.

Tuttavia, dalle intercettazioni telefoniche si percepiscono i rapporti degli esponenti delle famiglie e le strategie criminali. La difesa di Gennaro Volpicelli, però, ha contestato la risposta – alla domanda del pm – dell’agente di polizia sul rapporto tra il famoso tatuaggio di «Bodo, rispetto, fedeltà e onore» sul corpo di Roberto Broccardi e il boss Salvio De Micco. «È risaputo che nell’area est è il simbolo di questo clan», così la  risposta, lapidaria, di Luongo. E ancora. «Grazie alle intercettazioni ambientali abbiamo arrestato Ciro Cirelli, per estorsione; il quale lavorava per i De Micco.

Inoltre l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Roberto Scala (del 2015) sempre dello stesso gruppo». Insomma, tutti elementi che sembrerebbero inchiodare gli imputati. E saranno proprio loro, questa volta, ad essere esaminati  il prossimo 19 luglio.

Mario Conforto

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti