Musei: direttore Cam si ammanetta nella stanza del sindaco di Casoria

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Il direttore del Contemporary Art Museum di Casoria (Napoli), Antonio Manfredi, ammanettato ad una valvola del termosifone nella stanza del sindaco Pasquale Fuccio per protestare contro la possibile chiusura del museo fondato da lui tredici anni fa, 12 dicembre 2017. ANSA / PRIMA PAGINA
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Il direttore del Contemporary Art Museum di Casoria (Napoli), Antonio Manfredi, si è incatenato ad una valvola del termosifone nella stanza del sindaco Pasquale Fuccio per protestare contro la possibile chiusura del museo fondato da lui tredici anni fa. “Siamo un bene da tutelare” dice Manfredi raggiunto al telefono. In queste ore chiama all’appello tutti i politici che sono stati al Cam, lancia un SOS che scongiuri la chiusura. In un passaggio della nota inviata alle redazioni dice: “Non permetterò ancora di giocare con un museo che da tredici anni lotta per la sopravvivenza e realizza mostre contro ogni forma di sopruso sociale e culturale in una terra di camorra e di problematiche sociali spaventose”.

Fondato nel 2004, il Contemporary Art Museum di Casoria(Napoli) si estende su 3000 mq: è un’area aperta con una collezione di 1500 opere di artisti internazionali provenienti da più di 50 nazioni con all’attivo più di 60 mostre internazionali, ma – si legge sul sito – soprattutto un museo di frontiera che negli anni ha lottato con le sue mostre contro la politica corrotta, la mafia, il razzismo, la pedofilia accendendo una luce sulla condizione delle donne. Non solo un luogo di raccolta di arte, ma uno spazio aperto in cui si produce cultura e ricerca e si fa didattica insieme a numerose scolaresche. Il Cam, che ha intitolato una sala allo scrittore Roberto Saviano, ospita una delle maggiori collezioni europee di arte multimediale, di arte orientale, di arte contemporanea africana e la più completa collezione di opere degli artisti napoletani contemporanei dal secondo dopoguerra ad oggi. Ma il museo, informa chi ci lavora, potrebbe chiudere nel 2018 perché “non è più possibile sostenere le spese di gestione di 3mila metri quadri e di una collezione di oltre 1500 opere d’arte internazionale”. Manfredi non è nuovo a proteste estreme. Nel 2011 chiese asilo politico-culturale alla Germania e l’anno successivo insieme agli artisti del museo bruciò un’installazione.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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