Campania, i trasporti, le infrastrutture e il divario nord-sud

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Roberto Calise sul Corriere del Mezzogiorno del 30 novembre suggeriva,
relativamente alla situazione dei trasporti, la necessità del ritorno al
Tram. Io partendo dai medesimi obiettivi, mi spingo a considerare che in
maniera più generale, praticare una buona politica nella sua complessità,
porterebbe a risultati molto più evidenti sia per la Città Metropolitana,
che per il Mezzogiorno e l’interno Paese. Se le opere infrastrutturali sia
esse inerenti i trasporti che gli altri investimenti strutturali, venissero
realizzate in una progettualità programmata globale e mirata che avesse
la finalità  primaria di colmare il divario tra Nord e Sud, tutta l’Italia ne
trarrebbe un beneficio. Ne è un esempio l’accordo fra la presidenza
dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), il Sindaco di Napoli,
Gaetano Manfredi e la chiusura del patto con l’ex Ministro Fitto che ha
permesso di superare lo stallo politico tra Governo e Regione per
procedere alla bonifica di Bagnoli inglobando l’ultimo ostacolo la
Cementir dismessa di Caltagirone. Se partiamo quindi dalla necessità di
un’unità di intenti fra Governo Nazionale e i Comuni, nel loro insieme, che
vedano con la presidenza Manfredi nella realtà napoletana un motore al
potenziale possibile cambiamento alla situazione che  dall’Unità d’Italia
ha visto il Nord contro il Sud e,  successivamente con l’avvento della
Repubblica, la Città di Napoli, con le sue Amministrazioni Municipale
quasi sempre in disaccordo con le direttive nazionali, possiamo
intravedere il fatto che oggi  esiste una volontà univoca,  per superare le
divergenze che sussistono nel Paese.

Superare queste divergenze significa, colmare e/o attutire ai minimi termini il divario e, solo dopo, si potrebbe parlare di Autonomia Differenziata. Lotte meschine e di parte
come quelle promosse dalla Lega e subite dall’attuale Governo Nazionale
con la Legge Calderoli, respinti in diversi punti dalla Corte Costituzionale,
sono la dimostrazione che bisogna superare quel divario culturale che si
estrinseca in una condizione socio-economico di vantaggio per una parte
solo della cittadinanza a discapito dell’altra. Non vogliamo analizzare le
cause che contribuirono ad un usurpazione di ricchezze ed un ribaltamento nel senso più variegato del  ”tenore di vita” del Sud a favore del Nord con l’Unità d’Italia, per non citare i successivi fondi americani, Piano Marshall, venivano destinati a Nord ed andavano a beneficiare il “triangolo industriale”.

Nella prima Repubblica i partiti facevano la differenza, oggi, con il loro venir meno, bisogna coinvolgere maggiormente la gente, renderla cosciente che il possibile cambiamento
scaturisce dalle loro scelte e quindi l’astensionismo o delegare agli altri va
contro i propri interessi, in particolare dalle nostre realtà territoriale.
Combattere le negatività e il fatto che, come viene evidenziato dallo
stesso Ministero degli Interni, il fenomeno malavitoso non è locale ma
pertinente nell’intero territorio ci deve spingere a considerare che le
positività esistenti sono Superiore e la volontà dei cittadini può essere
determinante a realizzare un reale cambiamento. Se la gente viene
stimolata a partecipare per salvaguardare il proprio interesse, partendo
dai problemi vivi che li affliggono, lo farà, come dimostra la presenza di
oltre cinquecentomila persone allo sciopero indetto ultimamente dalla
CGIL -UIL, pur non essendo queste come tutte le organizzazioni sindacale
al massimo splendore.  Partire da cosa eravamo, cosa siamo e cosa
potrebbe diventare, ieri la città  di Napoli, capitale del Mezzogiorno, oggi,
la Città Metropolitana di Napoli, capitale del Mediterraneo,  solo questo
dovrebbe spingere la maggioranza dei cittadini ad una discussione
sempre più fattive per costruire il possibile per un domani migliore.
Consentitemi, rivolgendomi particolarmente ai giovani: la Speranza deve
essere  l’ultima a morire! Da anni e, non da solo, vado enunciando la tesi
secondo la quale bisogna aprire una Finestra sul Mediterraneo e quale
occasione migliore e destinare Bagnoli risanata a una Città della Cultura e
del Commercio con sedi diplomatiche permanenti dei Paesi bagnati dal
mar mediterraneo, dei  Paesi emergenti ed in via di sviluppo? Dove in
particolare il comprensorio flegreo-giuglianese per la sua vicinanza e la
disponibilità dei terreni potrebbe assolvere una funzione dominante per
l’indotto che ne potrebbe scaturire. Mi torna in mente, giovanissimo, nel
Direttivo Provinciale dei Socialisti Unitari, si discuteva la realizzazione
dell’aeroporto intercontinentale al Lago Patria e noi del comprensorio
Giuglianese decidemmo di votare a favore contro le direttive del partito
ed io in quella sede tenni a motivare le ragioni che avevano spinto l’intera
sezione di Marano a votare per la sua realizzazione. Se allora si fosse
realizzato l’aeroporto, oggi avremmo una struttura imprescindibile per
la vocazione che ci prefiggiamo: “Una citta’ cosmopolita con
caratteristiche intercontinentali.  Dove nell’era della Finanza che ha

preso il sopravvento sulla Produzione, la medesima porterebbe risorse
finanziarie nuove ed  imporrebbe regole e comportamenti  consoni al
vivere Civile. Avremmo già realizzato una bretella di strada ferrata che
raggiungesse il Lago Patria e completasse il circuito su ferro come previsto
dal Piano regionale su ferro, invece stiamo ancora discutendo della
Metropolitana del Mare e del Tram Veloce. Come abbiamo dimostrato in
precedenti sedi,  i Comuni a Nord di Napoli, in particolare Marano,
Calvizzano, Qualiano, Villaricca hanno bisogno di entrambe le opere.
Mentre la prima fa parte del Piano Regionale Integrato su ferro, allo stato
poggia le sue direttive sul PEF e comprende quando previsto nel PRO (
Piano Raggiungimento Obiettivi) , la seconda è di competenza della Città
Metropolitana, opere di dimensioni completamente diversi con tempi di
realizzo e di costi. Il Tram Veloce si svilupperà su un percorso misto,
completamente su suoli pubblici e per la differenza di costi sostenibili,
comunque entrambe le opere soddisfacenti in termini di costi-benefici. I
ritardi ed in particolare la soppressione dell’Alifana sul territorio di
Marano sono la dimostrazione di incuria oppure, ancora più grave, di
interessi di parte, di una politica miope praticata nella maggioranza dei
casi, dalle amministrazioni locali, ultima la discussione del “ Deposito
Officina” a servizio della rete metropolitana EAV Napoli nord Aversa-
Piscinola. In discussione nel Consiglio Comunale di Giugliano. Un’opera
strategica importante su un piano delle infrastrutture su ferro ridotta ad
una misera discussione con il mancato coinvolgimento dei cittadini a
dimostrazione quando siano lontani i cittadini dalle problematiche del
territorio e dai suoi processi di sviluppo. Purtroppo ci troviamo di fronte
ad una mancanza di una cultura diffusa del fare, del governare, dove di
fronte ad opere che vanno nella direzione di un interesse collettivo non
esistono differenze politiche.
Da nonno meridionale quando leggo: “Scuola, gli studenti del Sud non
reggono il passo: le insufficienze che raccontano una sconfitta”, la
medesima sconfitta penso di averla subita anche noi. Figli del Popolo,
eravamo e siamo convinti, non aver saputo trasmettere il senso della
Speranza, che attraverso la Scuola, e con le sufficienze abbiamo
contribuito con il sapere acquisito, nelle anni settanta,  raggiungere
grande vittorie anche se hanno prodotte tensione e terrore sociale.
Calandosi nella realtà locale e meridionale inviterei in particolare i giovani a rendersi protagonisti dei processi in atto, ad un confronto serrato che
investe lo sviluppo del territorio e piu’ in generale il Mezzogiorno e
l’intero Paese. Convinto che con la globalizzazione, la Finanza che ha preso il
sopravvento sulla Produzione, il Riformismo è la forma più avanzata di
lotta per combattere le disuguaglianze e per una equa distribuzione della
ricchezza.

Franco De Magistris

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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