Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e leader (insieme ad Angelo Bonelli) dell’Alleanza Verdi-Sinistra: la politica campana si è fermata attorno al voto in consiglio regionale sul terzo mandato per De Luca. Quale la vostra posizione?
«Quella di sempre: siamo contrari al terzo mandato anche per i sindaci sotto i 15mila abitanti, figuriamoci per i governatori. È una posizione che va al di là di De Luca. Per noi le cariche monocratiche richiedono un limite di mandati».
Quale il vostro giudizio politico sul Governo De Luca?
«Non è positivo, d’altronde siamo sempre stati all’opposizione e ne abbiamo anche pagato un prezzo politico. È arrivato il tempo di presentare una proposta per governare la Campania che sia in grado di unire la coalizione. E noi lavoreremo per questo con gli alleati. Anzi, auspichiamo che questo lavoro inizi al più presto».
Se ci fosse una spaccatura tra De Luca e il resto del centrosinistra, non teme che si serva un assist al centrodestra?
«Certo che se si verificasse questo scenario si favorirebbe il centrodestra e per questo mi auguro che non ci si arrivi. Mi auguro che, nel quadro che si delineerà in vista delle elezioni che ci saranno tra circa un anno, si sciolgano tutti i nodi. La prima cosa da fare è di individuare una proposta unitaria delle forze progressiste».
Il Comune è guidato da quello che fino a qualche settimana fa avremmo chiamato “campo larghissimo”. Il sindaco Gaetano Manfredi parla spesso di “laboratorio Napoli” in questo senso. È questo il percorso da seguire?
«Sosteniamo convintamente l’amministrazione Manfredi. È evidente che Napoli deve dare un contributo alla soluzione di questo passaggio. È ovvio che quale sarà l’esito di questo processo e quali saranno i nomi che sosterranno questa proposta non spetta a me dirlo, tantomeno oggi. Ma di certo l’esperienza Manfredi dovrà essere parte integrante di questo percorso».
Martedì lei sarà a Napoli per rafforzare il vostro sostegno all’amministrazione comunale annunciando l’ingresso in Sinistra italiana del consigliere comunale e metropolitano Rosario Andreozzi. «Sono molto contento della scelta di Andreozzi che considero di una persona di assoluto valore. In tanti in questi mesi hanno scelto di aderire a Sinistra Italiana perché siamo coprotagonisti, insieme a Europa Verde, di un’esperienza che sta crescendo in tutta Italia. La nostra non è mai una campagna acquisti per prendere posizioni istituzionali».
A proposito della vostra crescita, qualcuno fa notare che va in parallelo con il calo del Movimento 5 Stelle. «Non credo che le due cose siano correlate e non ne sarei felice. Ciascuna delle forze alternative alla destra ha l’ambizione di crescere ma bisogna farlo prima di tutto recuperando i voti dall’astensionismo. La nostra crescita è legata al coraggio e alla radicalità della nostra proposta politica».
Tornando a Manfredi, che ne pensa dell’ipotesi di una sua presidenza dell’Anci?
«È il sindaco della terza città d’Italia e sarebbe sicuramente una figura di grande autorevolezza e assoluto prestigio».
Capitolo autonomia differenziata. La Regione Campania ha proposto alcune modifiche alla legge Calderoli. È una strada percorribile?
«Per noi la strada maestra è quella del referendum. Abbiamo partecipato con tutte le nostre forze alla raccolta firme che ha dato risultati straordinari e per noi il provvedimento va cancellato. È una legge che rappresenta un disastro per il Sud e non solo. L’autonomia cristallizza e approfondisce le diseguaglianze che vive il Sud ma è un danno anche per le imprese perché la frammentazione territoriale significa limitarne la competitività».
Avete contestato duramente la manovra. Quale punto ritenete più grave?
«Per farla facile direi quasi tutti. Ma il problema più grave è il disastro sulla sanità. Il Governo racconta di un incremento della spesa sanitaria palesemente infondato. E al tempo stesso si registra un’impennata della spesa militare. Vogliamo meno armi e più medici. Ci sono 4 milioni e mezzo di italiani che non si curano più: bisogna tornare a investire lì».