Le coste italiane sono sotto attacco. Secondo il rapporto di Legambiente “Mare Monstrum” 2024, la criminalità ambientale imperversa lungo tutto il litorale. In media, si registrano 8,4 illeciti per chilometro di costa, un dato allarmante che testimonia un degrado senza precedenti.
A dominare la scena sono il cemento abusivo, l’inquinamento da rifiuti e la pesca illegale. Questi reati, in costante aumento, minacciano seriamente gli ecosistemi marini e mettono a rischio la salute pubblica. Ma non solo: anche la nautica da diporto è sempre più spesso coinvolta in attività illecite.
Un fenomeno in costante crescita: basti pensare che nel 2023, le denunce sono aumentate del 43% rispetto all’anno precedente, ma anche le azioni repressive hanno portato a un incremento degli arresti e dei sequestri.
Le regioni del Sud sono quelle che pagano il prezzo più alto. Campania, Sicilia, Puglia e Calabria concentrano oltre la metà dei reati ambientali, mentre Marche e Friuli-Venezia Giulia guidano la classifica per numero di illeciti per chilometro di costa.
Di fronte a questo quadro allarmante, Legambiente lancia un appello alle istituzioni, proponendo un piano d’azione che prevede la lotta all’abusivismo edilizio, la bonifica dei siti inquinati, la regolamentazione della pesca e la prevenzione dell’inquinamento da plastica.
“Il nostro mare è una risorsa preziosa che dobbiamo proteggere”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Per questo chiediamo un impegno concreto da parte di tutti: istituzioni, cittadini e imprese”
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