Arzano, Comune sciolto: anche il Consiglio di Stato conferma i condizionamenti camorristici

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Scioglimento dell’ente, anche il Consiglio di Stato conferma il condizionamento camorristico. Condanna a 5mila euro di spese legali. Una brutta batosta giudiziaria per l’ex sindaca Fiorella Esposito, gli ex assessori Pasquale D’Alisa, Anna Errichiello, Osvaldo Barba, Gabriele Gesso, Giuseppina Piglia, Ciriaco Tino, e gli ex consiglieri comunali Luca Sebastiano Basile, Raffaella Caiazza e Angelo Gesso. I giudici del C.S., il 2 dicembre scorso, dopo un’attenta valutazione dell’appello e motivi aggiunti presentati dai ricorrenti, hanno definitivamente convalidato quanto già sentenziato dal Tar Lazio a marzo del 2021. Il consiglio di Stato, dunque, con la sentenza di ieri ha nuovamente confermato le motivazioni che hannpo portato allo scioglimento per mafia del comune di Arzano dopo il deposito delle conclusioni investigative sulla cui base il Prefetto di Napoli, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, aveva trasmesso la propria relazione ritenendo sussistenti “concreti, univoci e rilevanti elementi di collegamento, diretti ed indiretti, tra gli amministratori comunali e la criminalità organizzata, nonché di forme di condizionamento degli stessi”. Il comune era stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 22 maggio 2019 a seguito della richiesta dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini per 18 mesi poi prorogato, stante la gravità della situazione, di ulteriori 180 giorni dal Ministro Lamorgese. Al riguardo la relazione del Prefetto di Napoli, posta alla base del decreto di scioglimento, evidenziava, la sostanziale continuità nella composizione delle varie Amministrazioni che si sono susseguite e sono state oggetto di precedenti provvedimenti dissolutori per infiltrazioni mafiose tra il 2008, 2015 e 2019, delineando un quadro caratterizzato dalla ricorrenza delle stesse persone o di loro familiari nei gruppi politici avvicendatisi nelle gestioni amministrative, con il conseguente perdurare dei legami tra gli amministratori e soggetti contigui alla criminalità organizzata locale.

Impietosa l’analisi del voto per singole sezioni che avrebbe permesso di riscontrare che il candidato Sindaco vincente e le liste che la sostenevano avevano ottenuto, sia al primo turno che al ballottaggio, successi nei territori a maggior influenza della criminalità organizzata e del clan della 167. Le nota del Prefetto – confermate dal Tar e Consiglio di Stato- ha rilevato, altresì, che le opposizioni in più circostanze hanno persino denunciato intimidazioni nei loro confronti che si sarebbero concretizzate attraverso l’invio di esposti anonimi dal contenuto calunnioso rivolti anche a due giornalisti ritenuti colpevoli di aver redatto numerosi articoli di cronaca politica e giudiziaria con particolare riferimento alle inchieste sulla criminalità organizzata ed ai condizionamenti esercitati sulla pubblica amministrazione. I due giornalisti, congiuntamente ai loro familiari, erano stati oggetto di una serie di controlli edilizi da parte della polizia municipale in assenza di delega da parte dell’Autorità Giudiziaria, tutti riscontrati poi fasulli. Inoltre, nella relazione che aveva portato allo scioglimento, si documentava di come due giorni prima della conclusione delle elezioni comunali del 2019, uno dei contendenti a candidato sindaco, denunciava al personale della Tenenza CC di Arzano il proprio timore di essere seguito e, nella circostanza aggiungeva che quattro soggetti a bordo di motociclo e con casco integrale avevano impedito ad un suo collaboratore di affiggere alcuni suoi manifesti elettorali. Il Consiglio di Stato ha anche rigettato la richiesta di ritenere calunniatorie le dichiarazioni rilasciate da un dipendente comunale, avvalorate da riscontri investigativi della direzione Antimafia. Antimafia che potrebbe riservare eclatanti risvolti.

G.M.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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