Lotta al Covid e le insistenze di Ricciardi per le chiusure: cosa farà Draghi?

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Il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi deve decidere sul lockdown totale con chiusura delle scuole che il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi ha chiesto al ministro Roberto Speranza: un’ipotesi che vede favorevole anche il professor Andrea Crisanti e che, incrociatasi con lo stop alle piste da sci, fa scoppiare la prima polemica politica con la Lega di Matteo Salvini, che intanto chiede un cambiamento all’interno del Comitato Tecnico Scientifico.

La polemica è scoppiata ieri dopo una dichiarazione rilasciata all’Ansa da Ricciardi, che ha chiesto “un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata”, aggiungendo che ne avrebbe parlato con il ministro Speranza. Cosa che nel frattempo deve aver fatto, visto che in serata si è presentato a Che tempo che fa per dire che il ministro è d’accordo e adesso deve decidere il governo: “Credo che il ministro Speranza sia convinto di questa nuova fase, spero che il presidente del Consiglio Draghi recepisca e che il governo appoggi, ma dipende dal governo”. E ancora: “Ci siamo parlati, non si è pronunciato perché sono decisioni che deve prendere il governo e il presidente del Consiglio. Spero che il presidente del Consiglio recepisca e vada in questa direzione”.

La strategia del no-Covid, ha aggiunto, “ci consentirà di tornare alla normalità in mesi, non in anni”. Ricciardi ha inoltre precisato di non avere “rapporti con il presidente del Consiglio, ma con Speranza”. Con il ministro “sono sempre stato in piena sintonia sul rigore delle misure, ma da settembre non siamo riusciti ad essere impattanti pienamente sulle decisioni del governo, soprattutto perché – ha concluso – il precedente presidente del Consiglio e alcuni ministri non erano d’accordo sull’adozione di misure così forti”. E le sue parole hanno rivelato un retroscena di cui si era parlato molto negli ultimi tempi: negli ultimi mesi dell’emergenza coronavirus il governo è stato spaccato tra l’ala rigorista dei ministri Boccia e Speranza, supportati dai rappresentanti del Partito Democratico nell’esecutivo, e quella “aperturista” del MoVimento 5 Stelle e di Italia Viva con i quali si era decisamente schierato Giuseppe Conte.  “I Dpcm si susseguivano di 15 in giorni in 15 giorni, quando noi sappiamo che la pandemia è un evento che dura mesi e in certi casi anni – conferma Ricciardi – Bisogna essere sinceri con la popolazione e dire che la situazione non potrà migliorare dopo 15 giorni. Queste cose le dico da ottobre ed è da ottobre che sappiamo che gli impianti sciistici non possono essere aperti”.

Ma a dire no è arrivato anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria: “Speriamo che Draghi aiuti. Io sono sconcertato. Si sentono quattro voci diverse: Cts, Ricciardi, Istituto superiore della sanità e ministro. Io ne vorrei sentire una unica: Chi parla per il ministero?”. Bassetti incalza: “Qual è l’obiettivo di questa comunicazione? Far sì che la gente si comporti meglio? Così i cittadini si comportano peggio. E’ gravissimo quello che è accaduto oggi. Il ministero deve avere una voce unica! Si può ragionare sul rinvio delle aperture degli impianti sciistici, ma non parlare di lockdown generale come a marzo scorso. Quali sono le evidenze scientifiche che Ricciardi porta? Dire che lo fanno tutti non è un’evidenza. È solo evidente che il prezzo che vado a pagare da un punto di vista sociale ed economico è enorme”.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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