Ristoranti e soldi del clan Lo Russo: a giudizio i due fratelli medici

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Da dove arrivarono i soldi? O meglio: di chi erano quegli investimenti? È il punto centrale del processo a carico dei fratelli Luigi e Antonio D’Ari, i due medici detenuti nel carcere di Secondigliano dallo scorso 16 maggio, con accuse da brividi: favoreggiamento dell’imprenditore Marco Iorio e reimpiego di denaro sporco, con l’aggravante di aver favorito una delle più potenti consorterie camorristiche della città.

È questo il punto principale del dispositivo pronunciato nella tarda mattinata di ieri dal giudice per le udienze preliminari Marcello De Chiara, a carico di due professionisti imputati per aver provato a rilevare alcuni ristoranti che erano stati sequestrati nel corso dell’inchiesta su un presunto riciclaggio sul lungomare.

Una vicenda che ora attende il verdetto del Tribunale. Stando al rinvio a giudizio firmato ieri mattina dal gup, la prima udienza si svolgerà il prossimo 22 novembre, dinanzi alla sesta sezione penale del Tribunale di Napoli, in un processo che punta a chiarire l’esistenza di una sorta di terra di mezzo in grado di collegare le due Napoli: quella della borghesia delle professioni e quella delle piazze di spaccio, quella del commercio, dei talenti e quella della droga gestita da mani insanguinate.

Inchiesta coordinata dal pm Enrica Parascandolo, il braccio di ferro tra le parti è solo all’inizio. Proprio in questi giorni infatti dinanzi al giudice De Chiara è arrivata la richiesta di revoca degli arresti, o meglio, di sostituzione della misura cautelare in carcere con un regime meno afflittivo.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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