“Io, architetto e il mio soggiorno ad Ischia”: ecco il racconto del terremoto

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Mi chiamo Salvatore Polverino. Ed abito a Lacco Ameno. Ad Ischia.
Doveva essere una vacanza di meritato riposo da un anno di frenetica attività professionale.
Quella sera, era il giorno 21, ed ero da poco rientrato dalla Germania. Dove svolgo l’attività di architetto presso uno studio internazionale nella città di Aquisgrana.
Alle ore 8.54 attendevo in tutta calma in auto con mio padre, anche lui architetto, esperto nel restauro di edifici, nella zona più alta di Casamicciola, la Sentinella, e casualmente in anticipo ad un appuntamento presso località La Rita.
Non avrei mai pensato a cosa sarebbe potuto succedere nei successivi tre minuti.
Dall’ampio lunotto dell’ autovettura, i pali della luce squarciarono quel silenzio e cosi i nostri corpi accompagnarono quello strepitio che in lontananza si diversificava tra vetri rotti, tonfi gravi e urla di alcune donne.
Nei primi secondi la mia percezione alludeva ad una esplosione di una conduttura del gas sottostante poichè le costruzioni li davanti a me non sembravano partecipare all’evento: l’autovettura andava su e giù sempre più energicamente, sembrava un problema delimitato unicamente alla strada.
A seguito dello spegnimento delle luci in zona non rimasero dubbi che fosse proprio quel famigerato terremoto dell’ 800 e di essere testimoni eccezionali di un evento.
Il primo istinto fu quello di aprire lo sportello e di avvicinarsi incautamente verso le sagome distorte dall’ enorme nuvola di polvere che si era alzata a seguito dalla caduta di grossi massi da un antico ed enorme muro che costeggia la collina fino a Calata Sant’ Antonio.
Poco dopo, raggiunta la zona la Rita, chiedendo se ci fossero stati feriti anche tra parenti, constatando la diffusione dell’evento inizialmente sottostimato, si decideva di ritornare indietro, con molte difficoltà e sguardi attoniti della folla, postasi a riparo, che costeggiava la strada del ritorno.
Il mio sguardo era incentrato sulle lesioni dei muri dell’antico caseggiato di Via Castanito, famoso per la fragilità delle abitazioni gia citata dagli ultimi anni dell’Ottocento dallo scienziato Grablovitz, inventore della notoria vasca sismica e titolare del primo Osservatorio proprio a Casamicciola.
L’indomani, insonni da una notte di cui ricorderò l’incessante rumore del traffico aereo di elicotteri di soccorso, di autoambulanze ed auto dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco e Carabinieri, si procedeva alla visita del borgo di Casamicciola alta. Unico luogo ad essere colpito dal sisma.
In un solenne silenzio si seguiva il varco generosamente concesso dai Vigili del Fuoco e dagli addetti della Protezione Civile.
Una parete veniva giù a scuotere i nostri animi.
Contavo quante murature a secco erano state spanciate in un ripetersi di fenomeni di dissesti.
Mi domandavo: perchè questi manufatti obsoleti non avevano subito alcun intervento di ammodernamento e di ricostruzione daccapo ?
Tracce di riparazioni recenti di cuci e scuci avevano cercato timidamente di ridare un nuovo assetto a queste antiche murature, testimonianza di vecchie generazioni e distinguibili facilmente perchè realizzate con conci di pietra squadrati a mano. Essi risalivano al XIX secolo.
Inviterei, dopo che ho ascoltato la cronaca televisiva sul sisma ad Ischia, chi ha attribuito il soprannome di Ischia come isola degli abusi edilizi a rivedere le proprie tesi, a rileggere l’ampia letteratura e la storia delle vecchie costruzioni messe in piedi a Casamicciola alta a studiare a fondo ciò che il professore Pennetta e Pambianchi – Presidente Nazionale Geomorfologi insistono a dire che il fenomeno di fragilità dei luoghi riguarda solo ed esclusivamente vecchi fabbricati, d’epoca non recente, e null’altro.
Se il fenomeno del crollo è avvenuto riguarda solo ed esclusivamente vecchie costruzioni, le cui murature risalgono al periodo antecedente il 1800 ed ancora quelli realizzati prima del dopoguerra, quando, in quest’ultimo caso, sono state utilizzate vecchie macerie di edifici. Corpi di fabbrica tra l’altro sopraelevati di recente. Quando le tecniche costruttive ed i materiali usati erano poveri e le murature venivano formate del tipo a sacco non normate da alcuna tecnica.
Evidentemente chi ha dato ad Ischia dell’abusivismo edilizio, per le recenti costruzioni realizzate in assenza di autorizzazioni, cosa tra l’altro malattia comune in tutta Italia, l’avrà fatto ignorando la storia dell’isola e probabilmente non documentandosi del reale accaduto.
Sembrerebbe che la cronaca di alcuni giornalisti alla TV voglia incentrasi vergognosamente solo ed esclusivamente su di un fenomeno sociale. Farsi notare. Producendo involontariamente un distacco dall’isola.
Si ricorda che nella nostra penisola d’Italia vi sono piu di venti milioni di persone che abitano in aree potenzialmente a rischio di questi eventi. A partire dal Friuli fino in Sicilia.
Tema chiave è la prevenzione in generale che significa coinvolgere ogni componente di un sistema, antesignano o recente che sia, come la Soprintendenza che solo di recente ha dato dei risultati eccellenti presso Napoli e provincia per il controllo del paesaggio, autorizzando la costruzione daccapo di vecchi borghi come in origine.
Affinché avvenga la revisione delle strutture edilizie nella nostra incantevole Ischia bisogna concedere un’alta flessibilità sopratutto in maniera gestionale, istituendo nella zona di Casamicciola alta un rappresentante tecnico di quartiere. Preferibilmente un architetto paesaggista nonché un esperto delle strutture ed un geologo col supporto di un agronomo, per la conservazione di vecchi insediamenti di masserie agricole e muri dette PARRACINE.
E’ superfluo far notare come la visibilità di alcuni giornalisti, e si ritorna all’argomento prima detto, si voglia fondare su discussioni ed accuse inesistenti nei confronti di un popolo qual è quello ischitano, laborioso ed attento, sembrerebbe attribuendogli il gratuito titolo di una comunità di abusivi.
Probabilmente, come giornalisti, chi ha esteso attraverso i mass media il pericolo del sisma oltre una piccola parte dell’isola d’Ischia – Casamicciola alta – ha solo l’interesse di apparire un inquisitore.
Non si vorrebbe, dunque, che ciò fosse un fenomeno di moda o altro da apparire come il giocoliere di turno in ascolto pubblico producendo odiens senza rendersi conto di provocare involontariamente dei danni ad una comunità ed ad una realtà lavorativa unica qual’è quella d’Ischia amata in tutto il mondo.
Qui termino con l’invito a tutti, giornalisti di turno compresi, a venire presso i sei comuni d’Ischia, dove la sicurezza è una costante per tutti per le strutture e le abitazioni b & b accreditate, tranne, naturalmente in altri luoghi quali incerti.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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