Primarie Usa, altro exploit per Trump. Bene Hillary Clinton

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Hillary Clinton e Donald Trump. I vincitori delle primarie di ieri negli Stati Uniti erano annunciati e sono stati confermati. Trump è uscito trionfatore dalla serata, aggiudicandosi cinque stati su cinque e praticamente tutti i delegati repubblicani. Clinton ha vinto in tre dei cinque stati, fra cui i due principali, Pennsylvania e Maryland, lasciando a Sanders gli stati minori del Rhode Island. In Connecticut risultati a lungo incerti, poi la vittoria della Clinton.

Per entrambi, si tratta della consacrazione quasi definitiva nella corsa alla rispettiva nomination: dopo i trionfi di New York e quelli di oggi, manca solo la California (che vota il 7 giugno) per fare dell’ex first lady e del tycoon gli assoluti vincitori delle primarie. E se il partito repubblicano tenterà fino all’ultimo di fermare Trump, arrivando alla convention con la conta dei delegati ancora aperta, per la Clinton la strada è ormai in discesa, come conferma la decisione della squadra di Sanders di “rimodulare” la campagna del senatore, pure senza uscire dalla corsa.

Da qui in avanti dunque le strade di Hillary e Trump si dividono: per la prima la sfida sarà riportare a sé i giovani – soprattutto, sostengono gli analisti, quelli che hanno meno di 24 anni – che sono stati la forza trainante di Sanders. Otto anni fa fu il voto dei loro coetanei a essere decisivo per portare Obama alla Casa Bianca: se a novembre scegliessero di restare a casa per Hillary potrebbe essere un colpo durissimo. Per questo dovrà scegliere un (o una) vice-presidente in grado di intercettare chi ha creduto in Sanders. Non a caso Clinton ha chiuso la serata con un discorso conciliatorio nei confronti di Sanders, ma tutto punteggiato di duri attacchi a
Trump e ai repubblicani: un discorso ormai da candidata ufficiale del partito.

Tutto diverso il percorso di Trump. “Per quanto mi riguarda è andata, mi considero il presunto candidato” repubblicano: così il tycoon nel suo discorso dopo la vittoria. “Vinceremo al primo voto. Batteremo Hillary facilmente”, ha promesso dalla conferenza stampa, accompagnato alla Trump tower dalla moglie Melania, dal figlio Eric e, tra gli altri, dal governatore del New Jersey Chris Christie.

Domani Trump terrà un importante discorso sui temi della politica estera, per dimostrare di saper essere “presidenziale” e non solo un fenomeno da campagna elettorale. Subito dopo dovrà affrontare la sfida dell’Indiana, il 3 maggio: qui Cruz cercherà di sottrargli un numero importante di delegati da spendersi alla convention di luglio, anche se ogni tentativo di rimonta sembra ormai difficilissimo alla luce degli ultimi risultati. Questo Supermartedì ha confermato che la strada verso novembre è ormai tracciata:  tutto indica che la sfida per la Casa Bianca sarà fra Trump e Hillary.

Repubblica

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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