Atalanta da impazzire, primo trionfo in Europa League

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La Dea d’Europa. Per una notte il cielo d’Irlanda si tinge di nero-blu, i colori dell’Atalanta che surclassa contro pronostico i campioni di Germania del Bayer Leverkusen – 51 partite in stagione senza mai perdere, fino a stasera – e si aggiudica l’Europa League, primo, storico trofeo internazionale della sua storia. Protagonista assoluto della finale di Dublino, Ademola Lookman: la sua tripletta manda in paradiso i nerazzurri, superiori in ogni duello, e in ogni zona del campo, contro i tedeschi, reduci da una striscia record di partite senza sconfitte. Il 3-0 consacra la squadra di Gasperini come squadra piu’ ‘europea’ per intensità e mentalità – dopo l’impresa dell’eliminazione del Liverpool – e apre all’Italia la possibilita’ di una sesta squadra in Champions (la Roma, ma solo se in campionato l’Atalanta arrivera’ quinta). Nella notte magica di Dublino, paga, dunque, l’azzardo di Gian Piero Gasperini che di fronte alla corazzata Bayer, dominatrice della Bundesliga, decide di ribellarsi al ruolo di vittima sacrificale, proponendo una formazione iper-offensiva. L’ennesima intuizione vincente del tecnico di Grugliasco, che diventa così – grazie a questa vittoria, la n.200 sulla panchina atalantina – il più maturo allenatore a vincere una coppa Uefa. Il modo migliore per togliersi di dosso quell’etichetta di “zero titoli” affibbiatagli dai suoi detrattori. E anche per chiudere con il botto – qualora le voci di un suo prossimo addio si rivelassero vere – il suo ciclo d’oro a Bergamo. Proprio per far posto al 27enne nazionale nigeriano, Gasp retroce Teun Koopmeiners sulla linea di centrocampo, schierando un tridente offensivo, completato da Gianluca Scamacca e Charles De Ketelaere. E il predominio dei suoi soprattutto nella prima frazione gli dà ragione. Non solo davanti, ma anche in difesa, dove Isak Hien cancella Amine Adli e soprattutto Berat Djimsiti, capitano di serata per l’assenza di Marten de Roon, annulla il temutissimo Florian Wirtz. La prima frazione è così un monologo atalantino, per la gioia delirante dei suoi ottomila tifosi, giunti a Dublino, anche tramite scali improbabili (da Tallinn a Tenerife), per l’appuntamento con la storia, la prima finale europea in 117 anni di storia. Fin dai primi minuti il tremendismo atalantino costringe il Bayer – forse in difficoltà psicologica anche per il ruolo di favoritissimo – a giocare in apnea. Tutte le azioni più pericolose passano per i piedi di Lookman, ispiratore in apertura di Matteo Ruggeri: sul cross dell’esterno bergamasco, Scamacca non trova l’incornata. Passano 12′ e l’Atalanta scappa avanti: questa volta l’azione si sviluppa sulla destra, Koopmeiners innesca Davide Zappacosta, sul suo centro Lookman anticipa Exequiel Palacios. Il Bayer appare frastornato, ancor più che dallo svantaggio, dal furibondo ritmo degli orobici, asfissianti nel pressing per il recupero palla. La reazione dei tedeschi è un tiro fiacco di Josip Stanisic, che Juan Musso blocca comodamente in presa. Ma dopo un nuovo tentativo di Scamacca, ancora impreciso, ci pensa Lookman a dare concretezza alla superiorità dei suoi. Sul rinvio di Matej Kovar, improvvido retropassaggio di Amine Adli, Lookman prende palla sulla trequarti, tunnel a Granit Xhaka e destro a giro, per il gol n.4 in Europa League, il 13esima stagionale. Il Bayer è sempre più inerme, ma Charles De Keteleare, dopo aver saltato Piero Hincapie come un birillo, spreca un’ottima occasione. E al rientro negli spogliatoi, l’unica vera occasione dei ragazzi di Xabi Alonso è un sinistro fuori di poco di Granit Xhaka. Sembra cambiare l’inerzia della finale nella ripresa, il Bayer sale in cattedra, l’Atalanta retrocede. Gasperini si cautela, sostituendo De Ketelaere con Mario Pasalic. Ma al di là di una girata fuori misura di Jeremie Frimpong, i campioni di Germania non producono. Diversamente da Lookman, che dal cilindro estrae la terza gemma di serata. Un diagonale all’incrocio di rara bellezza, che suggella la prima vittoria italiana di sempre in Europa League. E’ festa grande, sul campo di Dublino e in contemporanea a Bergamo

Tre gol in finale, nel primo successo europeo della lunga storia Atalanta: Ademola Lookman, con la tripletta al Bayer Leverkusen nella finale di Europa League, entra nel gotha del calcio europeo, oltre che di quello bergamasco. Tre e’ il numero magico di questo 26enne attaccante nato in Inghilterra ma naturalizzato per la Nigeria, esploso proprio in nerazzurro dopo aver giocato, tra l’altro, nelle giovanili della nazionale inglese, nel Lipsia e nel Leicester: Lookman raggiunge infatti stasera quota 30 gol nell’Atalanta in due stagioni. In precedenza, nelle competizioni continentali, per i nerazzurri aveva segnato solo negli ottavi di finale di ritorno con lo Sporting Lisbona e nella semifinale di ritorno col Marsiglia. Per il nazionale nigeriano, argento nella recente Coppa d’Africa, è il secondo trofeo personale dopo il Mondiale Under 20 coi colori delle Super Eagles. Nal 2023-2024, per lui, 15 gol complessivi finora, di cui 9 in campionato e 1 in Coppa Italia nella semifinale di ritorno con la Fiorentina, per complessivi 30 in 76 presenze in due annate. Nato a Londra il 20 ottobre 1997, ha in precedenza giocato con Charlton, Everton, Lipsia, Fulham e Leicester. Ma la consacrazione arriva con Gasperini, che ne intuisce il mix di velocita’ e tecnica e lo adatta perfettamente a una macchina da gioco senza falle. La consacrazione a Dublino, con tre gol e una notte che non dimentichera’ mai

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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