Un mondo fatto di soldi facili, amicizie tradite e morti violente. È quello che emerge dal racconto agghiacciante di un sedicenne, reo confesso dell’omicidio di Gennaro Ramondino, ucciso e dato alle fiamme a Pianura lo scorso ottobre.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino, il giovane killer ha confessato agli inquirenti di guadagnare fino a 8mila euro al mese dalla piazza di spaccio dove operava, una cifra che lascia senza parole e che testimonia l’enorme giro d’affari legato al narcotraffico in questa zona di Napoli.
Una ricchezza che, però, si è trasformata in un incubo quando Ramondino ha deciso di “scalare” la gerarchia criminale, tenendo per sé i proventi dello spaccio. Una scelta fatale, che gli è costata la vita.
Il sedicenne, sotto pressione del suo “superiore”, Massimo Santagata, un altro giovanissimo già detenuto, si è sentito costretto ad eseguire l’omicidio. Un amico tramutatosi in bersaglio, ucciso con tre colpi di pistola
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