Al Vomero poche le botteghe con oltre mezzo secolo di vita. Per frenare la crisi occorrono iniziative concrete e non di mera facciata  

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“ Fino agli anni ’80 hanno rappresentavano un punto di riferimento certo nell’ambito del commercio vomerese  – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, parlando degli esercizi commerciali, in particolare adibite alla vendita di generi alimentari, panetterie, pasticcerie, salumerie, macellerie e pescivendoli, che si tramandavano di padre in figlio, con ditte conosciute in tutta la Città per la rinomanza dei loro prodotti  -. Poi, man mano che avanzavano i supermercati, hanno visto decimata la loro clientela, attratta dalle offerte praticate da questi ultimi. Il colpo ferale, infine, è stato prodotto dalla crisi economica e dal lievitare dei costi di gestione, a partire dai canoni di locazione “.

 “ Tra tali esercizi famose erano, in particolare, le pescherie – ricorda Capodanno – di un’altra delle quali parla nel suo libro “Vomero e dintorni” l’autore Mimmo Piscopo: la pescheria “Il Golfo di Pozzuoli “, che era rinomata in tutta la città e che sorgeva in via Scarlatti, nei pressi di piazza Vanvitelli a fianco del mitico “Grottino” di Angelo Giuliano, anch’esso scomparso da decenni “.

  “ Sicché, al Vomero nell’indifferenza delle istituzioni – prosegue Capodanno -, aziende che, con oltre mezzo secolo di vita avevano reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, sono spariti a uno a uno e purtroppo altre rischiano di aggiungersi a breve. L’ultima, in ordine di tempo a chiudere nei giorni scorsi, è stata la profumeria Pepino, in via Luca Giordano, un’attività che era stata inaugurata nel 1963, 60 anni fa “.

 “ Una trasformazione quella settore commerciale vomerese che ha subito una preoccupante quanto emblematica impennata negli ultimi lustri – prosegue Capodanno -. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche tradizionali famiglie vomeresi, la gestione dei quali passava di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo ma con prevalenza di esercizi pubblici, principalmente bar, pizzerie, ristoranti e, più in generale, attività legate alla somministrazione di alimenti e bevande “.

 “ Da qui l’ennesimo appello – conclude Capodanno – per sollecitare ancora una volta le istituzioni locali, Comune di Napoli in testa, a mettere in atto provvedimenti immediati e concreti per salvaguardare le antiche botteghe storiche ancora in attività nel capoluogo partenopeo, segnatamente nel quartiere Vomero “.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews

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