La Wagner si ferma a 200 chilometri da Mosca: «Evitiamo spargimento di sangue russo»

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Ore drammatiche in Russia. Dopo una giornata convulsa, in cui i blindati della compagnia di miliziani Wagner sono avanzate verso Mosca, in serata il presidente bielorusso Lukashenko ha fatto sapere che «Prigozhin ha accettato di fermare Wagner». Una notizia che non chiude una giornata convulsa ma lascia aperti molti scenari, a cominciare dal destino del Wagner group e delle operazioni militari in Russia e in Ucraina.

I miliziani della Wagner sono arrivati “a 200 chilometri da Mosca” ma ora fanno “marcia indietro”, tornando verso sud per evitare “spargimento di sangue russo” da una parte o dall’altra. Lo afferma in un nuovo audio Yevgeny Prigozhin.

La giornata

A Rostov sul Don, dove le forze Wagner hanno preso il controllo dei centri di comando dell’Esercito regolare di Mosca, ci sono state alcune esplosioni non lontano da una postazione militare. Più a Nord, in direzione di Mosca, si muove una colonna della compagnia di miliziani di Prigozhin al cui passaggio stanno avvenendo i primi scontri diretti con l’esercito. Un elicottero di Mosca ha bombardato un deposito di idrocarburi, forse per rallentare l’avanzata dei Wagner. Secondo alcune fonti si tratterebbe invece di piloti che hanno ammutinato e si stanno schierando contro Putin.

Alle 15.30 (ora italiana) la prima colonna del battaglione ceceno Akhmat è stata fotografata a 87 chilometri di distanza da Rostov sul Don, dove il leader ceceno ha detto di voler reprimere i ribelli del Wagner. Tra poche ore, se non vi saranno colpi di scena negli accordi tra i leader delle varie milizie, i miliziani Wagner potrebbero trovarsi a dover combattere a faccia a faccia con i ceceni a Rostov, e più a Nord, a oltre 600 chilometri di distanza, contro le guardie presidenziali schierate da alla periferia di Mosca.

Prigozhin scommette sulle defezioni nei ranghi della polizia e dell’esercito a Mosca, dove già vi sarebbero stati dei disertori. Inoltre diverse fonti confermano l’esplosione di rivolte in alcune carceri di Mosca dove i detenuti, se liberati, potrebbero combattere contro il Cremlino.

Alcune immagini arrivate attraverso canali Telegram russi mostrano la colonna procedere a tutta velocità. Si alternano blindati, camionette cariche di combattenti e carri armati a bordo di tir senza insegne. A questo ritmo entro le 20 i Wagner potrebbero raggiungere la provincia di Mosca dove al momento non sono segnalati battaglioni dell’Esercito russo pronti a difendere la capitale. Anche i ceceni di Kadyrov non arriverebbero in tempo perciò l’aviazione militare sta tentando di ostacolare l’avanzata dei ribelli colpendo alcuni mezzi. Tuttavia la corsa non viene arrestata e Prigozhin, che ben conosce punti di forza e limiti dell’arcaica burocrazia militare moscovita, punta sul fattore tempo dopo aver colto quasi di sorpresa le difese russe.

Fonti vicine al Cremlino assicurano che il presidente Putin lavora come sempre alla sua scrivania. Tuttavia i sistemi pubblici di tracciamento dei voli civili ha mostrato l’aereo presidenziale decollare da Mosca verso una destinazione non dichiarata. La rotta, al momento, sembra quella per San Pietroburgo, città natale di Vladimir Putin.

I misteri e le speculazioni intorno alle mosse del Cremlino si sprecano, ma ogni ipotesi è prematura. Secondo fonti accreditate, il Ministero della Difesa russo ieri ha cercato di negoziare un accordo con Yevgeny Prigozhin, ma il leader di Wagner ha rifiutato la richiesta di ritrattare le accuse contro i vertici militari russi. È quanto rivela il sito russo Vazhnye Istorii, ripreso da Ukrainska Pravda. Secondo le fonti Prigozhin ha ricevuto “una chiamata dall’amministrazione presidenziale, non da Putin, e gli è stato offerto di ritrattare, spiegando che i suoi messaggi erano opera di hacker che avevano falsificato la sua voce”. Il capo di Wagner avrebbe rifiutato l’offerta del Cremlino, e così Vladimir Putin ha ordinato di avviare l’inchiesta penale a suo carico usando il pugno di ferro.

Ad alimentare le domande è anche un video diffuso da Grey Zone, uno dei canali Telegram vicino al Gruppo Wagner, che mostra Prigozhin e i suoi mercenari presso il quartier generale delle Forze armate russe a Rostov- nel corso di colloqui con il colonnello generale Yunus-Bek Evkurov, viceministro della Difesa russo, e con il tenente generale Vladimir Alekseev, vice capo del Gru, l’intelligence militare russa. Qualche ora prima lo stesso Alekseev aveva diffuso un video in cui definiva gli attacchi della Wagner “un colpo di stato, una pugnalata alle spalle del Paese e del presidente”. Invece nel video di Rostov i militari discutono di quello che sta accadendo in Russia, in particolare della scelta di Prigozhin di prendere Rostov. “Mi rattrista che per colpa vostra ci sarà una festa di champagne a Kiev per tre giorni”, dice il viceministro a Prigozhin, che risponde di essere venuto qui “per prendere il capo di stato maggiore russo (Valery Gerasimov ndr) e Shoigu”.

Il momento del blitz. Mosca colta di sorpresa?

Ha scelto la notte del venerdì “perché a Mosca sono già tutti ubriachi per il fine settimana e non faranno in tempo a tornare ai posti di comando”, ha spiegato una fonte vicina a Evgenij Prigozhin. Il capo della milizia privata russa Wagner è passato dalle parole ai fatti, ordinando ai suoi uomini guerreggiare contro i vertici del Ministero della Difesa russo.

I primi convogli della compagnia sono rientrati dall’Ucraina questa notte nella direzione di Rostov sul Don, in Russia, dove rivendicano di aver preso il controllo di un aeroporto militare di altri siti strategici, mentre a Mosca è stato dichiarato l’avvio di operazioni antiterrorismo per timore di azioni del wagneriti nella capitale o dei gruppi della dissidenza armata che intendono approfittare del caos per dare attaccare i palazzi del potere. Il leader ceceno Kadyrov ha sciolto la riserva e ha annunciato l’invio delle milizie cecene per sedare la ribellione dei Wagner, che ha definito “tradimento”. Sui social ha riferito che i suoi combattenti sono partiti “verso le zone di tensione”.

Prigozin: abbattuti un elicottero e un Antonov. «Siamo 25mila, pronti a morire»

E Prigozhin, che ha scelto la via dei messaggi audio su Telegram per lanciare i suoi avvertimenti, ha confermato i primi scontri con l’esercito russo. Il capo della compagnia militare privata ha affermato che un elicottero ha attaccato un’unità Wagner sull’autostrada verso Mosca ed è stato distrutto. Alcuni video rilanciati da canali Telegram russi lo confermano. “Sull’autostrada di Mosca, una delle unità di assalto ha subito il fuoco degli elicotteri. Nelle unità della “PMC Wagner”, tutti sono intatti. L’elicottero è stato distrutto, sta bruciando tra gli alberi”, ha detto Prigozhin con un tono piuttosto concitato.

“Avverto ancora una volta tutti: noi considereremo una minaccia e distruggeremo tutto ciò che ci circonda. Non saranno in grado di distruggerci”, ha aggiunto. Non prima di un proclama: “Abbiamo degli obiettivi, siamo tutti pronti a morire. Tutti e 25.000. E poi altri 25.000. Perché stiamo morendo per la Madrepatria, stiamo morendo per il popolo russo che deve essere liberato da quelle persone che stanno colpendo la popolazione civile, che è stata appena attaccata con un elicottero a Rostov. Un pilota, appartenente all’Fsb (il servizio segreto russo, ndr), si è rifiutato di decollare e di effettuare gli attacchi”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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