La guerra a cavallo, anzi in concomitanza con la pandemia, sta mettendo a dura prova la stabilità emotiva dei nostri studenti che attingono notizie ma anche fake tramite i social come Instagram e tik tok.
Un alunno del quinto anno di un istituto partenopeo è stato chiamato al fronte dalla Polonia avendo doppia nazionalità.
Sgomento iniziale ma somatizzato con tanta ironia all’ interno della classe che frequenta.
Non partirà perché rinuncia alla nazionalità polacca ma la sensazione di paura, disagio e precarietà resta immutata.
I compagni lo prendono in giro ma solo perché il pericolo sembra scampato.
Chiedo loro cosa provano quando pensano alla guerra.
Qualcuno risponde che per ora è lontana da loro e preferiscono non pensarci ma che non riuscirebbero mai a uccidere dei coetanei senza un motivo che condividono.
La guerra non è così lontana eppure il pensiero si tende ad allontanarlo il più possibile vivendo un presente difficile ma senza bellicosità prossima.
Il futuro dei nostri studenti appare incerto e senza dei progetti ben precisi: ad oggi basta un tampone negativo, una promozione sicura e delle strade senza carrarmati.
