Napoli-Lecce, al Maradona ultima per Zielinski e Osimhen

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Al Maradona potrebbe essere l’ultima volta oltre che per Zielinski, anche per Osimhen sul piede di partenza e per il capitano Di Lorenzo che stando agli ultimi insiders avrebbe chiesto addirittura la cessione. Punto interrogativo anche per Kvara, il cui procuratore Jugeli sembrerebbe attratto dalle sirene parigine che a suon di milioni starebbero tentando fortemente il suo assistito. Sul fronte  statistico ricordiamo che il Napoli è l’unica squadra che da febbraio  in avanti non ha registrato neanche un clean sheet in Serie A:lo score risulta di 23 reti subite nei 16 incontri disputati da allora in campionato; l’unica occasione in cui la squadra partenopea ha incassato almeno una rete nella competizione in 17 incontri consecutivi risale al periodo tra agosto 1997 e gennaio 1998. Inoltre Victor Osimhen è il giocatore che ha segnato più gol da febbraio in avanti in Serie A,  con otto reti realizzate in 11 presenze, ossia il doppio di quanto messo  a segno nelle 11 gare precedenti nella competizione (quattro). Tanti gli interrogativi in merito alla formazione per Calzona, di certo non sul sistema di gioco che sarà l’inamovibile 1-4-3-3, ma molto incerti paiono i recuperi di Osimhen, Zielinski, Mario Rui e Rrahmani. La formazione dovrebbe vedere quindi Meret tra i pali; difesa con Di Lorenzo a destra Ostigard in ballottaggio con Rrahmani  per fare coppia con il titolarissimo Juan Jesus, mentre a sinistra  certa la conferma di Olivera; in mezzo al campo con Anguissa e Lobotka il favorito sembrerebbe ancora una volta Cajuste, visto il probabile forfait di Zielinski quest’anno al minimo storico di presenze in maglia azzurro con 28 apparizioni; in attacco a destra Politano e a  sinistra Kvaratskhelia, con al centro ballottaggio tra Simeone e Raspadori, con quest’ultimo a nostro avviso favorito.

COME CI ARRIVA IL LECCE. Che sia un 1-4-3-1-2, 1-4-3-3 o 1-4-4-2, Gotti ha lanciato un messaggio  chiaro: i moduli servono fino a un certo punto. Diverse le novità apportate dal suo subentro in panchina. La prima è la contemporaneità di Krstovic e Piccoli insieme, con l’ex Atalanta che ha giocato spesso più largo, andando di sportellate, corsa e recupero palla. Il motto è: due punte sono meglio che una per creare pericoli. Due punte, ma anche due mediani. Gotti punta sul centro dove alza la diga. Infine altro correttivo il possesso palla basso, con costruzione intelligente  e pressing non sempre sulla prima linea avversaria. Un Lecce quello di Gotti più sornione che vivace, che soffre il possesso avversario, ma è una scelta, ma sfrutta le occasioni per verticalizzare più velocemente affidandosi per questo al rilancio lungo di Falcone e soprattutto sembra aver ritrovato l’equilibrio. Sul fronte formazione Gotti deve fare a meno del difensore centrale Dermaku, delle ali Corfitzen, Banda e Sansone, ma anche del centrocampista Kaba, tutti infortunati. Difficile decifrare quale sistema di gioco deciderà di adottare Luca Gotti, ma ipotizziamo un 1-4-4-2 che potrebbe vedere tra i pali dei salentini il giovane Brancolini in luogo di Falcone; difesa da destra verso sinistra con Gendrey in ballottaggio con Venuti, Baschirotto,  Pongracic e Gallo; in mediana a destra Almqvist, al centro Blin e Berisha, a sinistra Dorgu; le due punte dovrebbero essere Piccoli e Krstovic, con la variante Oudin in campo in luogo di una delle due punte.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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