Il numero di civili uccisi durante l’invasione russa dell’Ucraina aumenta di giorno in giorno. Lunedì mattina il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito di «16 bimbi morti in quattro giorni e 45 rimasti feriti». Secondo le Nazioni Unite «sono almeno 102 i civili, tra cui sette bambini, rimasti uccisi da giovedì», giorno dell’inizio dell’invasione russa. «mentre i feriti sono 304», chiarendo che il bilancio reale delle vittime potrebbe essere molto più alto. «La maggior parte di questi civili è stata uccisa da armi esplosive ad ampio raggio, tra cui il fuoco di artiglieria pesante, lanciarazzi e raid aerei. I numeri effettivi sono, temo, considerevolmente più alti», ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, all’apertura del Consiglio dei diritti umani a Ginevra. Domenica sera, il ministero della Salute di Kiev aveva parlato di oltre 1.600 feriti e almeno 352 vittime ucraine, la maggior parte delle quali ancora senza nome.
Tra loro Alisa Hlans, che tra tre mesi avrebbe compiuto otto anni. La piccola è morta nell’attacco all’asilo di Okhtyrka, colpito da un razzo contenente bombe a grappolo venerdì scorso, nel secondo giorno dell’invasione (le bombe a grappolo — ricorda Amnesty International — sono proibite dall’omonima convenzione delle Nazioni Unite del 2008, alla quale né Russia né Ucraina hanno aderito). Gravemente ferita insieme ad altre persone, la bimba è stata portata in ospedale dove è morta sabato, come riferito dalla procuratrice generale dell’Ucraina, Irina Venediktova, con un messaggio su Facebook, accompagnato da un invito: «Abbiamo bisogno di pace»